24.12.16

Buone feste e buon 2017


È stato un 2016 entusiasmante...

Buone feste e buon anno nuovo a tutti!

6.12.16

FlexoCalculator 1K downloads !



FlexoCalculator ad oggi è stato scaricato 1000 volte !

Sono lieto che l'utility sia stata di vostro gradimento, e spero che possa esservi utile almeno altre mille volte.


Buon download.

18.11.16

FlexoDay 2016 Bologna

Ormai manca poco al prossimo FlexoDay vi siete registrati ?

L'appuntamento è il prossimo 23 Novembre al Savoia Hotel Regency di Bologna.
Programma e maggiori info al link ufficiale:

http://www.atif.it/it/flexo-day-2016-scheda-di-registrazione/

Buona registrazione.

17.11.16

KODAK nuovo logo, nuova vita


Con l'introduzione di un nuovo logo, Kodak vuole enfatizzare il completo rinnovamento attuato dalla società negli ultimi anni. Trovate il nuovo logo sia nella pagina ufficiale (http://www.kodak.com), così come su tutti i social e sui nuovi prodotti.

Una breve storia dell'evoluzione del logo Kodak.

Per alcuni potrebbe sembrare solo un ritorno al passato, ma... un brand come Kodak, globalmente riconosciuto ed amato dal grande pubblico perché non dovrebbe rivalutare le sue radici e la propria identità storica?

Il Blog di design Under Consideration dice: "...un rinnovamento del vecchio attraverso un approccio contemporaneo".
http://www.underconsideration.com/brandnew/archives/new_logo_and_identity_for_kodad_by_work_order.php#.WCyxo3cQ4dU

Voi cosa ne pensate?

28.10.16

Manuale sull'uso di ColorFlow aggiornato (rev2.2)


Rilascio oggi la nuova versione del manuale sulle curve di compensazione TVI per macchine Offset, dedicato a ColorFlow.

Curve_ColorFlow_Offset.pdf (rev2.2)

Novità di questa versione:
  • Il manuale fa ora riferimento a ColorFlow 7.5 e Prinergy 7.5
  • La norma di riferimento è ora la ISO12647-2:2013 con relative curve
  • I valori Lab della carta e dei pieni si riferiscono ora a FOGRA51 e FOGRA52
  • Procedura di definizione delle "Densità di stampa" da usare in tiratura
  • Procedura per la creazione di curve anche con spettrofotometri off-line
  • Rivista ed ampliata la sezione domande e risposte
Il manuale è, come sempre, gratuito. Ringrazio chiunque voglia lasciare qui un commento dopo aver effettuato il download.

Buon download.

26.10.16

PANTONE C, CV, CVC, CVU... quali sono le differenze ?


Cosa significano le lettere che seguono il numero del colore PANTONE ?

"CV" = computer video. Questo suffisso è usato per indicare che il colore è una simulazione elettronica di un colore PANTONE. È utilizzato in alcune vecchie versioni di programmi che utilizzavano la licenza per l'utilizzo di colori pantoni, ad es. Adobe Illustrator, Macromedia FreeHand, QuarkXPress, Adobe Photoshop, etc.

"CVC" = computer video, coated paper. Questo suffisso indica che il colore è una simulazione elettronica di come apparirà il colore stampato su carta patinata.; "CVU" ha la stessa valenza per le carte opache.

Nel Maggio 2010 è stata introdotta la PANTONE PLUS SERIES, che rappresenta un aggiornamento radicale rispetto alla PANTONE MATCHING SYSTEM, include l'aggiunta di 224 colori completamente nuovi, nuovi tipi di supporti cartacei, ed un nuovo riarrangiamento cromatico dei colori. Come parte integrante di questo aggiornamento le guide ed i libri di riferimento stampati su carta opaca, sono stati dismessi. Il programma PANTONE Color Manager viene fornito gratuitamente  per ogni prodotto della serie PANTONE+, consentendo così un costante aggiornamento digitale delle librerie [...].

Le librerie digitali attuali usano le seguenti designazioni:

C = carta patinata, es., PANTONE 185 C

U = carta opaca, es., PANTONE 185 U

CP = carta patinata, simulazione in quadricromia, es., PANTONE 185 CP (usato in PANTONE+ COLOR BRIDGE COATED).

UP = carta opaca, simulazione in quadricromia, es., PANTONE 185 UP (usato in PANTONE+ COLOR BRIDGE UNCOATED).

Le designazioni seguenti dei colori PANTONE, venivano usate nelle versioni precedenti di PANTONE COLOR BRIDGE e sono ora obsolete:

PC = process simulation, coated paper, es., PANTONE 185 PC.

UP= uncoated paper, process simulation, es, PANTONE 185 UP.

EC - Euro process simulation, coated paper, es., PANTONE 185 EC. Questo veniva usato nella versione Europea che è ora obsoleta.


Link ufficiale:
http://www.pantone.com/help/?t=PANTONE-Color-Suffix-differences:-C,-CV,-CVC,-CVU,-CP,-UP

Buon uso delle librerie colore.

14.10.16

Press On con Tad Carpenter



Nei video della serie #PressOn, il vlogger Tad Carpenter ci porta in giro per il mondo a visitare i clienti Kodak che hanno fatto e fanno grandi cose grazie al potere della stampa.

Link ufficiale:
http://graphics.kodak.com/?CID=go&idhbx=presson

Buona visione.

12.10.16

Manuale sull'uso di ColorFlow aggiornato (rev2)


A distanza di 3 anni dalla precedente, rilascio oggi la nuova versione del manuale sulle curve di compensazione TVI per macchine Offset, dedicato a ColorFlow.

Curve_ColorFlow_Offset.pdf (rev2.0)

Novità di questa versione:
  • Il manuale fa ora riferimento a ColorFlow 7.5
  • La norma di riferimento è ora la ISO12647-2:2013 con relative curve
  • I valori Lab della carta e dei pieni si riferiscono ora a FOGRA51 e FOGRA52
  • Procedura di definizione delle "Densità di stampa" da usare in tiratura
  • Rivista ed ampliata la sezione domande e risposte
Manuale e curve di riferimento sono, come sempre, gratuiti. Ringrazio chiunque voglia lasciare qui un commento dopo aver scaricato il materiale.

Buon download.

10.10.16

Perché devo fare il Preflight dei miei progetti grafici? - La sicurezza di non cadere in errore


Preflight, questo misconosciuto.

Molti credono di applicarlo, ma... molti non lo applicano affatto... molti ne ignorano addirittura l'esistenza... salvo poi tutti lamentarsi con lo stampatore in caso di contestazione del lavoro già stampato.

In questo articolo ( http://www.italiagrafica.com/come-effettuare-il-preflight-nellera-digitale/ ) Ester Crisanti ci ricorda l'importanza di questo cruciale passaggio nel flusso di lavorazione del file digitale.

È pur vero che il compito di ogni buon reparto prestampa consiste nel controllare e verificare che i file ricevuti siano idonei al tipo di stampa pianificata. Ma ricordate sempre; prevenire è meglio che curare. L'uso di formati standard (PDF/X e GWG) ed il controllo preventivo (Preflight) fanno sì che i file inviati in produzione non contengano inesattezze o mancanze, e non causeranno quindi rallentamenti o ritardi.

Ricordatevi che, prima ancora di effettuare il preflight, è fondamentale pianificare una corretta progettazione e gestione del vostro lavoro grafico. Maggiori informazioni qui:
http://artigrafiche.maurolussignoli.it/2016/06/come-si-esporta-un-pdf-pronto-per-la.html

Buona preparazione e controllo dei vostri elaborati.

7.10.16

Gestione digitale del colore nell’industria della stampa @ MauroBoscarol


In questo interessante documento il Prof. Mauro Boscarol spiega le basi della gestione del colore nell'industria della stampa.
"1. Introduzione
Le principali odierne tecnologie di stampa industriale comprendono il procedimento offset, la rotocalcografia (gravure printing), la serigrafia (screen printing), laflessografia (flexographic printing) e la cosiddetta stampa digitale. Nel seguito miriferisco alla stampa offset,ma la maggior parte delle considerazioni possono essere trasferite alle altre tecnologie di stampa industriale.La stampa offset è preceduta da una fase di prestampa consistente nell’allestimentodella lastra a partire da un file digitale che contiene i vari grafismi in qualche formato grafico (p.e. PostScript, PDF, EPS). La lastra è prodotta da una unità (platesetter) collegata al computer (CtP, computer to plate). Fino a qualche tempo fa lalastra si otteneva per incisione mediante pellicola fotografica a sua volta prodottada una unità ottica (imagesetter) collegata al computer (CtF,computer to film). [...]"
Link ufficiale:
http://www.academia.edu/2289055/Gestione_digitale_del_colore_nellindustria_della_stampa

Buona lettura.

5.10.16

Pantone Color Manager - Panoramica



Come funziona il selettore colore di casa Pantone? E come si esporta il colore selezionato in InDesign?

Guardate la guida introduttiva.

Buona visione.

4.10.16

Manuale sull'uso di Harmony aggiornato (rev2.0)


A distanza di 2 anni dalla precedente, per gli appassionati ed irriducibili, rilascio oggi la nuova versione del manuale sulle curve di compensazione TVI per macchine Offset, dedicato ad Harmony.

Curve_Harmony_Offset.pdf (rev2.0)

Novità di questa versione:
  • La norma di riferimento è ora la ISO12647-2:2013 con relative curve
  • I valori Lab della carta e dei pieni si riferiscono ora a FOGRA51 e FOGRA52
  • Procedura di definizione delle "Densità di stampa" da usare in tiratura
  • Rivista ed ampliata la sezione domande e risposte
Ricordo, l'esistenza delle curve Target preimpostate (standard ISO 12647-2:2007 e ISO 12647-2:2013).

Target_Standard_Lookup_2013.zip

Manuale e curve di riferimento sono, come sempre, gratuiti. Ringrazio chiunque voglia lasciare qui un commento dopo aver scaricato il materiale.

Buon download.

3.10.16

L'inchiostro di stampa - Terminologie e concetti base



Di quali/quanti componenti è fatto un inchiostro di stampa ?
Pigmento, veicolo, additivi ...
E quali sono le caratteristiche principali di un inchiostro ?
Opacità, trasparenza, brillantezza, resistenza ...
Troveremo le risposte a queste e molte altre domande relative agli inchiostri da stampa su Offset Printing Technology.com .

Link ufficiale:
http://www.offsetprintingtechnology.com/sub-categories/offset-printing-inks/

Buona lettura.

29.9.16

VPS vs CLOUD SERVER - Garantire la sicurezza dei vostri dati


Chi mi conosce sa quanto io ci tenga alla sicurezza dei dati digitali.

In questo semplice e ben fatto articolo (in italiano) Stellar ci spiega la differenza fra un semplice Server Virtuale (VPS) ed un Cloud server.

Link ufficiale:
https://www.stellar.pro/it/vps-vs-cloud-server.php

Buona virtualizzazione.

28.9.16

Prorogati i termini per le iscrizioni al concorso Best In Flexo 2016

Sono prorogati al 14 ottobre 2016 i termini per l’iscrizione dei lavori al BestInFlexo 2016.
"La novità di quest’anno è rappresentata dalla riformulazione e dall’ampliamento delle categorie previste: due categorie sono state ridefinite per allinearle alle categorie internazionali (stampa flexo post print su cartone ondulato patinato e stampa flexo post print su cartone ondulato kraft), anche se nella sostanza non differiscono dalle precedenti; sono state invece aggiunte le categorie “stampa flexo preprint su carta/cartoncino banda extra large” (stampa di grandi dimensioni su carta/cartoncino da applicare su cartone ondulato), “uso combinato della stampa flexo” e “uso creativo del processo flessografico”. "
Maggiori informazioni e bando di iscrizione qui:
http://www.atif.it/it/bestinflexo-proroga-dei-termini-per-liscrizione-dei-lavori/

Buna partecipazione.

27.9.16

Cos'è la Tampografia?


D: Hm... mi stavo chiedendo... cos'è la Tampografia?
R: La Tampografia è questo, è un processo di stampa indiretta.

D: Si, ok... ma come si preparano le lastre Tampografiche?
R: Prova a guardare questo filmato.



D: E dopo aver fatto le lastre... come si usano?
R: Qui sotto vedi una stampante Tampografica manuale.


Buona stampa.

23.9.16

CPL Fabbrika - Il primo blog italiano sulla serigrafia e la stampa

CPL Fabbrika - Il primo blog italiano sulla serigrafia e la stampa
"CPL Fabbrika è il primo ecommerce italiano dedicato ai prodotti per chi stampa in serigrafia.CPL Fabbrika nasce nel 2004 come primo ecommerce italiano per la serigrafia.Nel 2014 apre a nuovi settori come la stampa transfer, la tampografia, la sublimazione e l'intaglio.Durante tutti gli anni '90 CPL Fabbrika ha acquisito clienti nel settore serigrafia in tutta Italia, e dal 2004 ad oggi ha sviluppato la propria attività attraverso il portale di e-commerce dedicato agli stampatori."
Link ufficiale:
http://serigrafiaitalia.cplfabbrika.com/

Buona navigazione.

21.9.16

PACKAGING of the World


Packaging creativo, curiosità, concepts ed ispirazioni legate al mondo delle etichette @ PACKAGING of the World

Link ufficiale:

Buona navigazione.

15.9.16

Print4Pack 2016


Ultimi posti disponibili:
iscriviti entro questa settimana
Esperti in comunicazione, brand owner, converter e stampatori a confronto sul futuro del packaging che crea valore e fa la differenza nella competizione a livello globale. La filiera dell'imballaggio s'incontra a Palermo, nel cuore del Mediterraneo, per condividere informazioni, esperienze e idee in due giorni di convegno e tavole rotonde.

CHI Comunicatori, brand owner, catene distributive, converter e stampatori provenienti da Italia, Nordamerica e dalle economie più vivaci dell'area EMEA: imprese provenienti da USA, Israele, Egitto, Libia, Algeria, Marocco, Tunisia, Iran, Turchia, interessate a intensificare gli scambi culturali e i rapporti d'affari con gli operatori del nostro Paese.

COSA Si discuterà degli elementi che decretano il successo della confezione come strumento-chiave di un commercio su scala globale: comunicazione di marca, fidelizzazione, stimolo all'acquisto d'impulso... Con la massima attenzione per i valori, comportamenti e percezioni di un consumatore che condiziona sempre di più le scelte degli attori a monte della catena del valore.

PERCHE' Il commercio è glocal e l'export rappresenta per le imprese italiane (e non solo) un elemento di business determinante, ormai al 67% del fatturato. L'area NAFTA assorbe il 17,4% del commercio esterno, posizionandosi al secondo posto dopo l'UE, trainata dal 13,6% degli Usa. In area EMEA è¨ diretto il 10% dell'export, di cui 6,1% in Africa. Nella top 20 dei singoli Paesi spicca l'Egitto che attualmente assorbe l'1,3% delle esportazioni.

I PROTAGONISTI brand owner come Angelini, Barilla, Lavazza, Mondelez, illycaffé; retailer come Eataly; stampatori e converter come Ghelfi, Sacchital, Sales, Goglio, Constantia, Roto.Med, Eleftheriades, Polipack, Tecnobox; fornitori come HP, Uteco; comunicatori e designer come il Gruppo Roncaglia e Solutioo Group; istituzioni di ricerca, promozione e formazione come SDA Bocconi, Istituto Italiano Imballaggio, Comieco, Enipg e InfoTrends.

GLI ORGANIZZATORI L'incontro è organizzato da Acimga (associazione dei costruttori italiani di macchine per l'industria della carta, della grafica e del converting) e ARGI (associazione nazionale dei fornitori dell'industria grafica), con il supporto di ICE-Agenzia e Ministero dello Sviluppo Economico, e con il sostegno di numerosi sponsor.

Print4pack è il primo di una serie di "tappe di avvicinamento" alla nuova fiera internazionale di filiera Print4All, in calendario dal 29 maggio al 1 giugno a Milano Rho-Pero in concomitanza con le altre manifestazioni dell'Innovation Alliance.

Sito ufficiale:
http://www.print4pack.it

Buona iscrizione.

14.9.16

Print Process Champions - Sito Ufficiale


Conoscete i Campioni del Processo di Stampa ?

No ??!? Bhè, se lavorate nel mondo della stampa dovreste conoscerli.
Qui di seguito una loro breve presentazione:
"Print Process CHAMPIONS è un'organizzazione no-profit fondata e finanziata da sponsor associati ad aziende internazionali. Chiunque può registrarsi e diventare un membro del Champions Club. Il supporto amministrativo è fornito dal Centro Gallese per la stampa ed il rivestimento della Swansea University. Gli amministratori delegati congiunti sono i Professori Tim Claypole e Nigel Wells."
Dovreste conoscerli per almeno un paio di motivi:

  1. L'iscrizione alla piattaforma è gratuita
  2. L'organizzazione diffonde gratuitamente della documentazione tecnica molto interessante (tradotta anche in Italiano).

Le loro pubblicazioni sono state racchiuse in una raccolta chiamata "Web Offset Toolbox" disponibile in diverse lingue, tra cui l'italiano, liberamente scaricabile dal loro sito.

Sito ufficiale:
http://printprocesschampions.com

Potete iscrivervi da questa pagina:
http://printprocesschampions.com/join-club

Buona iscrizione.

1.9.16

Celmacch e Flexcel NX per stampe flexo di qualità offset


Celmacch, storico produttore italiano di macchinari per la lavorazione del cartone ondulato e macchine da stampa flexo, sceglie la tecnologia Flexcel NX e nello specifico TADAM come fornitore dei cliché, per valutare quali siano gli standard qualitativi raggiungibili con le ultime soluzioni tecnologiche adottate nella stampa flessografica.
"I fattori fondamentali da prendere in considerazione per raggiungere un livello di stampa ottimale sono anilox, clichés, inchiostri, cartone, esperienza di stampa etc. La scelta del fornitore più adatto deve essere molto accurata ed è per questo che Celmacch ha cercato, in fatto di clichés, un partner ideale che potesse supportare Chroma Print a raggiungere risultati impressionanti. Il cliché è stato realizzato dalla ditta Tadam srl di Maltignano (AP), prima in Italia ad utilizzare il sistema Flexcel NXC Kodak per la stampa di supporti in cartone ondulato. [...]
La combinazione delle migliori tecnologie si è rivelata per Celmacch una scelta vincente, che consente altissimi risultati e una qualità di stampa flexo che di poco si discosta dagli standard offset."
Link ufficiale:
http://www.celmacchgroup.com/cms/content/66-celmacch-adotta-clich-tadam-per-una-qualit-di-stampa-a-livelli-offset.html

Buona lettura.

2.8.16

Pausa Estiva 2016


Anche quest'anno siamo giunti alla pausa estiva...

Buone ferie e ci rivediamo a Settembre!

27.7.16

Fogra PSD 2016 @ Salicetti



Denis Salicetti ci avvisa del rilascio da parte di Fogra delle specifiche PSD per la stampa digitale.

Link ufficiale:
http://www.salicetti.it/2016/04/fogra-psd-handbook-2016.html

Buona lettura.

26.7.16

I colori che non esistono, la troppa tecnologia o le impossibili pretese dell'utilizzatore finale ?

In un post precedente abbiamo visto qual'è la vera forma dello spazio colore CIELAB.
In un post ancora più vecchio abbiamo analizzato il motivo per cui alcuni colori che vediamo a monitor non possano essere stampati.

Con il senno di poi e ripensando a quanto esposto in quei post, forse riusciamo a metter un po più a fuoco il motivo principale dell'eterno conflitto fra committente, grafico e stampatore.

Frasi del tipo:
"Stampamela così come la vedo a monitor!"
oppure:
"Te lo contesto perché le tue stampe non hanno il verde brillante che avevo deciso per il mio progetto!"
Ebbene, queste assurde frasi, ci fanno intuire dove risiede l'origine di ogni incomprensione, ossia: "La tecnologia che usiamo per creare i progetti grafici, ci permette di dichiarare dei colori che in stampa non esistono".

Non ci credete ? Vi faccio un paio si esempi pratici...

I colori RGB che non esistono
Provate ad aprire il selettore colore di Photoshop e dichiarate una tinta Verde in RGB come da seguenti caratteristiche:


ok, ben fatto.

I colori Lab che non esistono
Ora provate ad aprire il selettore colore di Photoshop e dichiarate una tinta Azzurra Lab come da seguenti caratteristiche:

Ottimo, avete appena dichiarato due colori che (se stampati) non esistono!
In entrambi i casi state lavorando con una tinta che, molto probabilmente, è al di fuori del Gamut LAB (per parlare di uno spazio colore indipendente dal dispositivo) ed, a maggior ragione, è fuori dal Gamut della macchina da stampa che andrete ad utilizzare per stamparli.
"E tu come fai ad essere sicuro che quei valori siano fuori dal Gamut della macchina da stampa ?"
Innanzitutto ve lo dice anche Photoshop stesso avvisandovi con un apposito triangolino di attenzione:


"Si, ma come fa Photoshop a dire che quei valori sono fuori dal Gamut della macchina da stampa ?"
Ragazzi... siamo seri... lo sa eccome!  Photoshop sa quale profilo colore avete indicato per lo spazio di lavoro CMYK, quindi in tempo reale può verificare se il colore è dentro o fuori dallo spazio colore da voi scelto.
"Ma io il colore a monitor lo vedo benissimo, quindi eccome se quel colore esiste!"
Delle due l'una.. o io non mi riesco a spiegare adeguatamente... oppure tu sei di coccio!
Certo che quel colore esiste, ma solo sul dispositivo su cui lo stai guardando in quel preciso momento. Quel colore non può esistere se stampato. Se vorrai rivedere quel colore in 20.000 copie ... bhè, potrai farlo solo riproducendo 20.000 dispositivi aventi le stesse caratteristiche del dispositivo originale, e non credo che riprodurre una brochure utilizzando 20.000 monitor sia, diciamo così, economicamente vantaggioso!

Ora vediamo in questo video-tutorial quali sono gli strumenti principali di Photoshop che ci aiutano a capire se i colori che stiamo osservando a monitor potranno esistere o meno una volta stampati. Stiamo parlando delle funzioni "Avvertimento Gamma" e "Prova Colori".

Visualizza - Avvertimento gamma



"Ma sei quei colori non esistono ? Come faccio a stamparli ?!?"
Niente di più semplice, devi solo convertili in colori che gli assomiglino il più possibile e che siano stampabili, ossia siano compresi nello spazio colore del dispositivo di stampa scelto.
"Li devo convertire io ?!?? ...tutti ?!??"
È più semplice di quanto pensi, basta seguire le istruzioni relative alla preparazione di un documento PDF per la stampa qui:
http://artigrafiche.maurolussignoli.it/2016/06/come-si-esporta-un-pdf-pronto-per-la.html

Spero vi sia infine più chiaro ora il motivo per cui nasce e perdura nei secoli l'eterna lotta fra committente, grafico e stampatore. Si, il motivo è proprio quello... la troppa tecnologia! Ve lo immaginate come sarebbe bello per gli stampatori se Photoshop permettesse l'uso del solo spazio di lavoro CMYK? Vi immaginate quanti problemi in meno esisterebbero? Non sarebbe tutto più semplice?

Ha... già... Photoshop serve anche per altri fini e non solo per la stampa (come il web ad esempio).

In ultima analisi, dove risiede allora il problema? Nei colori che non esistono, nello strumento tecnologico o... nelle impossibili pretese dell'utilizzatore finale?

Quando risentirete frasi del tipo: "Stampamela così come la vedo a monitor!"
Non prendetevela... sorridete... concentratevi e, facendo uso delle vostre infinite conoscenze teoriche sul colore... cercate di spiegare al vostro interlocutore che "è più facile vedere un asino con le ali piuttosto che stampare quel bel viola fluorescente!".

Il colore è un emozione. Buona gestione del colore.

22.7.16

Come impostare correttamente lo spettrofotometro @ X-Rite


L'uso dello spettrofotometro è diventato ormai di uso comune presso molti stampatori.
Le caratteristiche di questo strumento sono notevolmente superiori all'uso di un semplice densitometro, ma non fatevi ingannare, non basta dire "l'ho misurato con lo spettrofotometro" a garanzia che le misure effettuate siano le migliori, le più corrette.

Lo spettrofotometro non è altro che uno strumento ed in quanto tale va impostato, tenuto in buone condizioni e tarato con cadenza regolare. Per avere la certezza che le misure effettuate siano significative al fine della taratura e controllo delle stampe, bisogna soprattutto avere anche una certa padronanza nell'uso dello strumento.

In questo post X-Rite ci suggerisce, per ottenere la ripetibilità delle vostre misure, di tenere sempre sotto controllo i seguenti parametri dello strumento:

  • Illuminant and Observer angle
  • Minus paper or Absolute
  • Backer color
  • Status T vs. Status E
  • Aperture size

Link ufficiale:
http://blog.xrite.com/setting-up-your-spectro/

Buone gestione del colore.

19.7.16

14.7.16

A che densità devo stampare ? - Quello che le norme ISO non dicono (più)...


Una volta era facile...

C'erano solo 3 classi di carte, e per ognuna di esse la norma 12647-2 indicava chiaramente a quale densità si dovevano stampare i colori pieni, al fine di ottenere in stampa quella specifica curva d'ingrossamento del punto (TVI), relativa alla lineatura di stampa ed al tipo di carta in uso.

Semplice, lineare... il macchinista col suo densimetro doveva solo leggere le tacchette dei pieni per ogni colore per ogni calamaio e, se le lastre erano calibrate correttamente, la maggior parte dell'avviamento era fatto. Un valore per ogni colore, quindi 4 letture moltiplicate per i calamai della macchina da stampa. La tabella della norma era questa:


Si, lo ammetto, questo tipo di calibrazione consentiva un ampissimo margine d'errore, dovuto inevitabilmente al tipo di supporto in uso ed alla tecnologia dello strumento usato. Perché, siamo onesti, lo sappiamo tutti che ISO classificò le carte in sole tre tipologie, ma le carte disponibili sul mercato erano già molte di più... e negli anni successivi divennero decisamente ancora di più. Quindi quei riferimenti andavano bene, diciamo così... "all'incirca".

Tutto funzionò più o meno bene fino al 2007 !

Cosa successe nel 2007 ?!?? Con la revisione datata 2007, il comitato TC130 decise che la misurazione in densità non era più sufficientemente esatta per definire il colore delle tinte piene. La tecnologia nel frattempo si era evoluta, diventò possibile definire un colore con molta più precisione leggendolo con uno spettrofotometro ed utilizzando i valori L*a*b* letti dallo strumento. La nuova tabella rilasciata fu questa:

Tutto molto bello, ma ... le carte passarono da 3 a 5, ed i valori da misurare passarono da 1 a 3 per ogni colore (ossia dal valore di Densità ai valori di L*a*b*). Il tutto moltiplicato per i calamai della macchina da stampa. Questo non è un problema se avete uno strumento di lettura automatico che fa tutto da solo, ma capite bene che se la cosa viene fatta a mano... si complicano decisamente le cose.

Inoltre lo strumento da usare deve essere uno spettrofotometro e non un densitometro. "Ok, compriamo allora un nuovo strumento!" - direte voi ... già, peccato che la maggior parte degli stampatori va ancora avanti con i densitometri, e poi se avete un lettore automatico da banco che monta un densitometro (e che certamente è costato un occhio della testa), che si fa ? Si butta ?!???

Siamo quindi arrivati al nodo di questo post, le giuste domande da porsi sono le seguenti:
"Perché nessuno mi dice più a che densità devo stampare?"
[ML] Te l'ho appena spiegato...  perché le letture di un colore fatte usando una curva spettrale (quindi con lo spettrofotometro) sono molto più accurate della medesima lettura fatta in densità. Quindi la norma definisce i valori da ottenere sullo stampato in L*a*b* e non più in Densità.

"Ah... ma io ho in casa solo un densitometro. Come faccio ad allinearmi alla nuova norma?"
[ML] In pratica devi fare un pre-avviamento di prova, leggendo i pieni con lo spettrofotometro. Quando hai ottenuto in stampa i valori L*a*b* desiderati, ti fermi, prendi il foglio campione, prendi il densitometro e fai le letture densitometriche sul foglio campione. I valori letti saranno le tue densità di riferimento per quella tiratura.

"Quindi lo spettrofotometro mi serve in ogni caso?"
[ML] Si. Serve per trovare le giuste densità di stampa che poi terrai sotto controllo durante la tiratura, usando il densitometro.

"Questa metodologia è approvata dalla ISO?"
[ML] No, non è specificato nella norma, ma molti stampatori lavorano così. 
Lo stesso approccio di "definizione dei colori espressi in L*a*b*", ed "uso del densitometro come strumento di controllo da usare in produzione", è valido sia per la stampa Offset che per quella Flexo.

Buona misurazione.

12.7.16

La densità è una misura logaritmica - effetti della misura di densità nel lavoro quotidiano del macchinista


"La densità è una misura logaritmica... e allora ?" - direte voi

Significa che, a differenza di una scala lineare, dove per passare da un valore al successivo percorreremo sempre la stessa distanza, in quella logaritmica per passare dal valore 1 al valore 2 si percorre più spazio rispetto a quello necessario per passare dal valore 2 al valore 3, e per passare dal 2 al 3 serve più spazio di quello necessario a passare dal 3 al 4 ... e via così. In sostanza maggiori sono i valori e minori sono le distanze fra di loro.

Detto così ci sembra voler dire poco ma, nel lavoro quotidiano dello stampatore, questo significa che variazioni di densità ottenute leggendo valori bassi, sono molto più importanti di variazioni di densità ottenute leggendo valori alti.

Facciamo un esempio pratico: prendiamo come riferimento il canale Ciano. In questo esempio il vostro obbiettivo di stampa è ottenere un colore pieno pari a 1,4 D. Consideriamo i due casi di misura più bassa e misura più alta ed analizziamo i risultati:

  • Caso A. Misuriamo il pieno ed otteniamo un valore di 1,2 D (ossia -0,2 D)
  • Caso B. Misuriamo il pieno ed otteniamo un valore di 1,6 D (ossia +0,2 D)

In entrambi i casi, sul foglio stampato, otterremo una variazione di colore, ma nel caso A la variazione di colore sarà molto più evidente che nel caso B. Ricordatevi, più alti sono i numeri minore è la reale differenza fra i valori misurati.
"Quindi le Densità non vanno bene per leggere colori tenui tipo i colori pastello, il colore della carta o le vernici ?"
In effetti no. La misura di Densità è un ottimo strumento per verificare la stabilità della tiratura di stampa, si usa infatti per leggere il pieno (100%) dei colori stampati, ma non è lo strumento più indicato per leggere piccole variazioni tonali come i retini nelle alte luci oppure il colore (bianco) della carta. Per questo tipo di misure è fondamentale l'uso dello spettrofotometro.

Buona misura.

11.7.16

Che risoluzione deve avere l'immagine che sto stampando ? 72, 300 o 100millemilioni di DPI ?



Video-tutorial carino. Peccato non sfati alcunchè e basi le sue deduzioni su presupposti totalmente sbagliati. (comunque grazie per il video a Francesco Marzoli).

Unico aspetto positivo:
-Evidenzia bene che il problema non è solo "a quanti DPI deve essere l’immagine?", ma va affrontato in un’ottica leggermente più ampia. Serve sempre tenere in considerazione le dimensioni di stampa desiderate e la tecnologia di stampa usata.

Aspetti negativi:
-Non spiega la differenza fra PPI e DPI
-Confonde le idee sulle due unità di misura
-Non fa capire il reale motivo per cui l’immagine a 72ppi, quando stampata, ha una risoluzione superiore di quella a 300ppi.


Ecco alcune chiarificazioni, PPI vs DPI:

PPI = Pixel Per Inches (Pixel per pollice)
È l’unità di misura usata per definire la risoluzione delle immagini digitali. Serve per calcolare la reale misura dell’immagine quando verrà stampata su un dispositivo fisico, usando la seguente formula:
Larghezza stampata (espressa in inches) = pixel orizzontali / PPI
Altezza stampata (espressa in inches) = pixel verticali / PPI
I PPI non sono una caratteristica intrinseca ed immodificabile dell’immagine, vengono altresì dichiarati dall’utilizzatore della stessa al fine di poter calcolarne le misure stampate.
Se aprite un’immagine in Photoshop e ne cambiate il valore dei PPI (dal menù “Immagine-Dimensione Immagine”), senza applicare alcun ricampionamento, non state in alcun modo alterando l’immagine, ma avrete solo cambiato il valore utilizzato per calcolarne la misura in stampa.

DPI = Dots Per Inches (Punti per pollice)
È l’unità di misura applicata ai dispostivi di stampa. Definisce quanti punti per pollice il dispositivo di stampa è fisicamente in grado di indirizzare. Questo è un parametro fisico del dispositivo e non è scelto arbitrariamente del grafico, è una caratteristica tecnica e varia da dispositivo a dispositivo.

Per sapere quanto sarà grande un’immagine digitale stampata su uno specifico dispositivo, basterà aprire l’immagine in Photoshop e dal menù “Immagine-Dimensione Immagine” inserire nel campo PPI il valore dei DPI del dispositivo di stampa, avendo cura di non applicare alcun ricampionamento. Così facendo Photoshop vi mostrerà la misura in inches, mm o cm che otterrete in stampa.
Questa logica può essere applicata ai dispositivi digitali (stampanti Inkjet, laser etc.), ma non è applicabile per quei dispositivi che stampano retinando le immagini (stampa offset, flexo rotocalco etc). In questo caso per calcolare le reali dimensione che otterrete in stampa, si può usare la funzione “Auto…” sempre accessibile dal menù “Immagine-Dimensione Immagine”. Dichiarando la lineatura che verrà utilizzata in stampa ed il fattore di qualità, Photoshop applicherà così all’immagine il giusto valore di PPI da utilizzare.

I presupposti sbagliati del video-tutorial vogliono farci intendere che si stia stampando “usando diversi PPI” e che l’immagine con PPI minori avrà un dettaglio superiore a quella con PPI maggiori. Peccato che in pratica si effettua la prova utilizzando il medesimo dispositivo di stampa, quindi i DPI usati in stampa saranno sempre gli stessi. Supponiamo che siano 300DPI.

Applicando la formula di cui sopra, la prima immagine composta da 2476x3508 pixel, su quel dispositivo sarà grande 20,96x29,7cm. Mentre la seconda immagine composta da 595x842pixel, su quel dispositivo sarà grande 5,04x7,13cm.

La stampa risultate è praticamente ovvia. Stampando in A4, la prima immagine non subirà alterazioni mentenendo così tutta la sua definizione, mentre la seconda immagine verrà stirata dagli originali 7cm di altezza fino ai 29,7cm del folgio A4. E… bhè, lo sappiamo tutti che un'immagine con poca definizione anche se allungata via software non può “riacquistare magicamente” il dettaglio perso vero ?

Buona stampa.


p.s. poi, quando si parla di risoluzione ci sono anche alcune altre cosette da tenere in considerazione del tipo:

  • Distanza di visualizzazione.
  • Differenze fra retini AM ed FM
  • Numeri teorici
  • Standards de facto

...ma non voglio tediarvi oltre.

Se non potete proprio farne a meno leggete ai seguenti links:
http://artigrafiche.maurolussignoli.it/2015/09/un-immagine-grande-come-un-campo-da.html

https://www.nikonschool.it/experience/stampa-epson-p600-2.php


Buona stampa.

7.7.16

ISO12647-2:2013 Guida alla norma


TAGA pubblica un documento guida per l'interpretazione e l'uso della norma ISO 12647-2:2013.

Cito dal loro sito:
"La ISO 12647-2:2013 è la norma che specifica i processi e le metodologia da utilizzare per rendere uno stampato conforme e replicabile nella stessa maniera nel tempo. Rispetto alle precedenti versioni, quest'ultimo aggiornamento sostituisce il documenti precedenti e si applica:
  • Processo di stampa offset a foglio o bobina.
  • Si applica alle prove di stampa in macchina.
  • Si applica alle tirature in CMYK. Per analogia, anche ai colori spot (Pantone®).
  • È applicabile alla stampa su cartoncino per il packaging.
  • È applicabile a tutti i tipi di asciugatura inchiostro (Heat-set, IR, UV).
  • Non è applicabile alla stampa digitale.
  • Il processo di gestione del CtP viene inteso come tutt'uno con il processo di stampa.
TAGA Italia ne ha riassunto gli aspetti più importanti, condensandoli nelle slide proposte a questo link e disponibili gratuitamente online anche per i non soci."

Link ufficiale:
http://www.taga.it/2016/06/iso-12647-22013-guida-alla-norma.html

Buona lettura.

5.7.16

Imparare il Graphic Design giocando a carte @ The Design Deck - Ben Barrett-Forrest


Design Deck è sia un classico mazzo di carte da Poker che una pratica guida sul Graphic Design. Ognuna delle 52 carte contiene un interessante informazione sul model del design grafico, sulla tipografia, sulla colormetria su alcuni cenni storici ed altro. L'ideatore di questo progetto è Ben Barrett-Forrest.

Maggiori informazioni in questo video:


Link ufficiale per l'acquisto:
http://www.forrestgoods.com/shop/the-design-deck

Buon acquisto.

28.6.16

Centro qualità carta - Lucca


"Quanto resiste ?
Quanto assorbe ?
Quanto è buona ?
Quanto è green ?"
Tutte domande cui il Centro Qualità Carta di Lucca può dare ampia risposta.
Cito dalle loro pagine:
"Garantire la resistenza dei propri prodotti cartari e cartotecnici è una necessità primaria per le aziende che li producono o li distribuiscono. Il Centro Qualità Carta effettua test di resistenza a trazione, compressione, flessione, lacerazione, scoppio, su carta, cartone e imballaggi a base cellulosica; cicli di test per imballaggi per beni durevoli o per omologare imballaggi per merci pericolose; cicli di test su imballaggi per il trasporto di prodotti ortofrutticoli o per garantire l’integrità del prodotto durante l’intero ciclo di vita. Un controllo qualità a 360°.

La capacità assorbente della carta è una prestazione fondamentale soprattutto per gli usi domestici ed igienico-sanitari. Ma anche altre carte, come quelle da stampa o quelle idrorepellenti, devono avere il giusto grado di assorbimento. Un altro parametro importante da controllare è il livello di umidità, perché influenza in modo determinante le proprietà e le prestazioni di ogni tipo di carta.

La verifica dell’idoneità composizionale, funzionale e organolettica è necessaria per assicurare la conformità dei prodotti alla normativa vigente. Il Centro Qualità Carta ha le competenze e le attrezzature specifiche necessarie per fornire al cliente informazioni utili a garantire l’idoneità dell’imballaggio a preservare la bontà e la salubrità del prodotto sino al suo consumo.

Nel processo produttivo della carta, la verifica della materia prima, dalla cellulosa pura alle fibre riciclate, è di fondamentale importanza. Il Centro Qualità Carta effettua test di valutazione della riciclabilità degli imballaggi e della loro conformità alle normative, e aiuta a trovare soluzioni per ridurre il più possibile l’impatto ambientale."
Link ufficiale:
http://www.cqc.it

Buona certificazione della carta.

27.6.16

Stampa digitale vs Stampa tradizionale @ Drupa 2016

Frank Romano from Tecniche Nuove on Vimeo.

In questo breve video il Prof. Emerito Frank Romano ci spiega come, a suo avviso, nella Drupa 2016 appena conclusasi la stampa digitale abbiamo mostrato gli artigli ed abbia fatto vedere a tutti come si sia già accaparrata delle fette di mercato storicamente dominate dalla stampa Offset (qualità, formati, velocità e break even sono sempre più vicini fra le due tecnologie).

Nella prossima Drupa anche la stampa Flexo subirà la stessa sorte ?

Buona visione.

21.6.16

Le basi della misura strumentale - Strumenti, misure e tecnologie @ Techkon



Costanza, ripetibilità e controllo di processo sono le parole chiave per la corretta gestione cromatica del vostro lavoro stampato.
"Immaginate ad esempio di essere bravi giocatori di golf, ed essere quindi in grado di fare buca in un solo colpo !
Ottimo, se foste in grado di rifare buca in un solo colpo più e più volte allora, molto probabilmente, sareste dei professionisti. L'amatore farà sporadicamente buca in colpo solo. La ripetibilità fa la differenza fra un professionista ed un amatore."
In questa presentazione Bruce Leigh Myers  di Techkon, ci spiega le basi della misura strumentale del colore per ottenere costanza, ripetibilità e controllo di processo. Parliamo di Colorimetria e Spettrofotometria ...

Il colore è un emozione.
Buona visione.

17.6.16

Le basi della misura strumentale - Densitometria @ Techkon



Costanza, ripetibilità e controllo di processo sono le parole chiave per la corretta gestione cromatica del vostro lavoro stampato.
"Immaginate ad esempio di essere bravi giocatori di golf, ed essere quindi in grado di fare buca in un solo colpo !
Ottimo, se foste in grado di rifare buca in un solo colpo più e più volte allora, molto probabilmente, sareste dei professionisti. L'amatore farà sporadicamente buca in un colpo solo. La ripetibilità fa la differenza fra un professionista ed un amatore."
In questa presentazione Bruce Leigh Myers  di Techkon, ci spiega le basi della misura strumentale del colore per ottenere costanza, ripetibilità e controllo di processo. Partiamo dalla densitometria ...

Il colore è un emozione.
Buona visione.

14.6.16

Usare i colori Pantone Live in Illustrator


Video dimostrativo su come usare le librerie Pantone Live in Illustrator.

Buona visione.

8.6.16

La vera forma dello spazio colore CIELAB

Nei vari "corsi colore" quando si inizia a parlare di spazio colore CIELAB, con l'intendo di essere il più chiari possibile, si cerca di dare una forma tridimensionale ai concetti teorici che ci si appresta a spiegare.

È uso comune rappresentare lo spazio colore CIELAB con dei grafici, errati, simili a questi:

"Errati hai detto ? ...ma come errati ?!??"
Si, errati! Sebbene ognuno di essi sia effettivamente propedeutico alla comprensione di come lavori questo spazio colore, alla base sono tutti errati, nel senso che CIELAB non è sferico, non è cilindrico e non è nemmeno... quadrettato!

Proviamo ad analizzare come Adobe ha implementato questo spazio colore nel suo famosissimo programma di ritocco fotografico (Photoshop). Osservando il selettore colore di Photoshop, vediamo come l'asse L* venga rappresentato dalla barra di chiarezza verticale che va da Nero (0) a Bianco (100).


Mentre le coordinate a* e b*, vengono rappresentate dal riquadro colorato dove a* può avere valori da -128 a +127 e corrisponde a movimenti lungo l'asse orizzontale; e b* può avere valori da -128 a +127 e corrisponde a movimenti lungo l'asse verticale.


Matematicamente parlando, sviluppando questo modello in forma tridimensionale, si ottiene un cubo, di lati A e B = 256, e di altezza L = 100, che potrebbe assomigliare a questo.


"Perché i lati misurano proprio 256 ?"
Quando Adobe decise di quantizzare questo spazio colore, lo fece dedicando un byte per ogni dimensione. Il sistema numerico binario ci insegna che con un byte possiamo esprimere valori che vanno da  0 a 255, ossia 256 valori totali; che rappresentati in complemento a due, possono assumere valori da -128 a +127.
"Allora il CIELAB è un cubo!"
Hem... non esattamente. Lab è stato creato nel 1976 dalla CIE per rappresentare i colori cosiddetti "di superficie", cioè i colori degli oggetti illuminati. Vi pare mai possibile che i colori visibili dall'occhio umano possano avere una forma perfettamente cubica ?
In effetti no. Quel cubo altro non è che il contenitore che può racchiudere al suo interno tutti i colori visibili dall'occhio umano.
"Si, ma allora come accidenti è fatto questo CIELAB?"
Ora lo vediamo ... ce lo spiega in dettaglio Mauro Boscarol in questo post pubblicato nel gruppo Facebook Colore Digitale:
https://www.facebook.com/groups/coloredigitale/permalink/1177763268921640/

Nel post c'è una splendida animazione creata da Bruce Lindbloom, nella quale ci viene mostrata (finalmente) la vera forma dello spazio colore CIELAB.

"Ma se lo spazio colore è un cubo, ed i colori al suo interno sono una sorta di ... balena, cosa rappresentano tutti gli spazi vuoti all'interno del cubo?"
Non rappresentano nulla, ossia sono coordinate L*a*b* che non rispecchiano un reale colore di superficie visibile dall'occhio umano. Per dirla tutta poi, ci sono anche (pochi) colori che fuoriescono dal cubo definito dallo spazio colore LAB di Photoshop. E ce lo dimostra Bruce Lindbloom in questa immagine.


Vedete i colori evidenziati dalla linea rossa ? Bene, questi escono dalle coordinate LAB di Photoshop.
"E perché mai alcuni colori fuoriescono dallo spazio colore ideato per contenerli?"
Per rispondere a questa domanda copio/incollo la risposta di Mauro Boscarol data nel gruppo Facebook sopraindicato:
"Lab è del 1976 e non è di Adobe/Photoshop ma di CIE. Quando Adobe/Photoshop ha deciso di quantizzare Lab (1993) l'ha fatto usando 1 byte per dimensione. Per la dimensione L che va da 0 a 100 non c'è problema. Per le altre due dimensioni con 1 byte si va da –128 a +127, ma il Lab (originale 1976) richiederebbe di andare oltre (sul verde mi pare fino a 140 circa). Adobe/Photoshop ha deciso di procedere comunque e il risultato è che certi numeri Lab (che corrispondono a colori esistenti) in Photoshop non si possono usare. O meglio, con la quantizzazione a 1 byte, non vengono compresi."

Il colore è un emozione!
Buona gestione colore.

7.6.16

Harmony ? addio ... è arrivato ColorFlow 7.5


Con il rilascio della sua versione 7.5 possiamo ben dire che ColorFlow sia ormai diventato un prodotto del tutto maturo, completo e flessibile.

Nei flussi di lavoro Prinergy Connect e Prinergy Evo, le curve di calibrazione tonale (TVI) venivano storicamente, e stoicamente, gestite dal programma accessorio Harmony. Questa valida utility, rilasciata nella sua ultima versione nel lontano 1999 da Creo, e da allora mai più aggiornata, è sempre stata mantenuta e supportata, fedele a sè stessa nel tempo, fino ad arrivare ai giorni nostri. Nello specifico il flusso di lavoro non utilizza Harmony direttamente, in quanto il flusso è solo l'utilizzatore ultimo delle curve TVI, create da Harmony e salvate nel database chiamato "calcurve.hmy".

Nel mentre i tempi e le tecnologie sono cambiate, ad oggi la gestione colore non verte esclusivamente sulla sola gestione delle curve TVI, ma necessita anche della creazione e gestione dei profili ICC (sia Device-Indipendent che Device-Link). Un software di gestione colore moderno deve quindi essere in grado di gestire correttamente gli spazi colore, le curve TVI ed i profili ICC, utilizzando un database di gestione colore (CRM) che sia in grado di gestire la relazione fra i dispositivi in modo automatico.

Parallelamente all'uso di Harmony si è sviluppato un nuovo gestore delle curve e dei profili chiamato ColorFlow. ColorFlow non è semplicemente il sostituto di Harmony, ma è la sua evoluzione sia dal punto di vista dell'interfaccia grafica, che delle logiche di color-relationship che ne regolano il funzionamento.

Dal punto di vista del flusso di lavoro, che le curve vengano generate da Harmony o che vengano generate da ColorFlow poco importa. Dal punto di vista del responsabile prestampa invece, importa moltissimo sapere come e dove curve e profili ICC vengano gestiti ed organizzati, e soprattutto avare il supporto del software per poter gestire al meglio tutte le informazioni relative al colore.

Nello specifico elenchiamo i principali svantaggi insiti nel continuare ad avvalersi di Harmony:
  • è un software datato che non viene più sviluppato da anni
  • è molto probabile che nelle prossime versioni dei flussi di lavoro non venga più supportato
  • la gestione delle curve è del tutto manuale e non tiene in considerazione modifiche avanzate e/o automatiche in base ai cambiamenti dei dispositivi
  • non gestisce in alcun modo profili ICC e spazi colore
Elenchiamo ora alcuni vantaggi insiti nell'attuazione di una gestione colore organizzata integralmente tramite ColorFlow
  • è un software moderno e pienamente integrato nel flusso di lavoro
  • viene aggiornato automaticamente con l'aggiornamento del flusso di lavoro
  • gestisce sia le curve TVI che i profili ICC, che gli spazi colore dei dispositivi
  • ha un database di gestione colore (CRM)
  • è in grado di ricalcolare automaticamente curve e profili in base alle modifiche dei dispositivi
  • tramite apposita licenza, è in grado di applicare un algoritmo di risparmio inchiostro (Ink Saving) facendo la rimappatura GCR dei canali CMYK.
Ad oggi Harmony è ancora integrato e supportato nei flussi di lavoro Prinergy, ma ripensando a quanto appena visto, non sappiamo fino a quando. È arrivato quindi il momento di iniziare a trasferire tutte le vostre curve di lavoro da Harmony a ColorFlow ?!??

Per sapere come importare in ColorFlow le curve Harmony oggi in uso, come creare le curve nuove da zero e molto altro, potete guardare questo corso gratuito on-line:
https://workflowhelp.kodak.com/display/CFT/ColorFlow+Training

Il corso e la documentazione sono disponibili in Italiano selezionando la lingua dall'apposito menù che trovate in alto a destra.

Buona gestione colore.

3.6.16

Forum FOGRA51-52 e profili correlati @ TAGA


Cito dalla pagine di TAGA:
"Per dare maggior supporto agli operatori delle aziende grafiche, TAGA Italia ha predisposto sul proprio sito web, un forum pubblico di discussione dove poter fare domande o avviare discussioni sull'utilizzo pratico dei dati di caratterizzazione FOGRA51-52 e dei profili correlati."
Link ufficiale:
http://www.taga.it/2016/05/fogra51-52.html

Buona iscrizione.