"La densità è una misura logaritmica... e allora ?" - direte voi
Significa che, a differenza di una scala lineare, dove per passare da un valore al successivo percorreremo sempre la stessa distanza, in quella logaritmica per passare dal valore 1 al valore 2 si percorre più spazio rispetto a quello necessario per passare dal valore 2 al valore 3, e per passare dal 2 al 3 serve più spazio di quello necessario a passare dal 3 al 4 ... e via così. In sostanza maggiori sono i valori e minori sono le distanze fra di loro.
Detto così ci sembra voler dire poco ma, nel lavoro quotidiano dello stampatore, questo significa che variazioni di densità ottenute leggendo valori bassi, sono molto più importanti di variazioni di densità ottenute leggendo valori alti.
Facciamo un esempio pratico: prendiamo come riferimento il canale Ciano. In questo esempio il vostro obbiettivo di stampa è ottenere un colore pieno pari a 1,4 D. Consideriamo i due casi di misura più bassa e misura più alta ed analizziamo i risultati:
- Caso A. Misuriamo il pieno ed otteniamo un valore di 1,2 D (ossia -0,2 D)
- Caso B. Misuriamo il pieno ed otteniamo un valore di 1,6 D (ossia +0,2 D)
In entrambi i casi, sul foglio stampato, otterremo una variazione di colore, ma nel caso A la variazione di colore sarà molto più evidente che nel caso B. Ricordatevi, più alti sono i numeri minore è la reale differenza fra i valori misurati.
"Quindi le Densità non vanno bene per leggere colori tenui tipo i colori pastello, il colore della carta o le vernici ?"In effetti no. La misura di Densità è un ottimo strumento per verificare la stabilità della tiratura di stampa, si usa infatti per leggere il pieno (100%) dei colori stampati, ma non è lo strumento più indicato per leggere piccole variazioni tonali come i retini nelle alte luci oppure il colore (bianco) della carta. Per questo tipo di misure è fondamentale l'uso dello spettrofotometro.
Buona misura.
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