25.12.10

Buon Natale 2010



Vediamo chi indovina la scritta rossa...
;-)

Buon Natale!

9.12.10

Retini AM, FM ed XM




Retini tradizionali (AM), retini stocastici (FM) e retini ibridi (XM)... cerchiamo di fare un pò di chiarezza.
Scopo di questa presentazione è presentare le diverse tecnologie di retinatura oggi presenti sul mercato. La stessa non si prefigge di mettere a confronto le diverse case produttrici di retini e/o tecnologie di stampa.
sl-2. Quelli che (chi più chi meno) conosciamo tutti sono il retino tradizionale (AM) ed il retino stocastico (FM).
sl-4. Guardando la struttura del retino, ci rendiamo conto del perchè il retino tradizionale viene definito a Modulazione d'Ampiezza. Quello che varia al variare della percentuale di retino è la dimensione del punto.
sl-5. Il retino AM è caratterizzato da inclinazione e lineatura. La sovrapposizione dei vari colori produce il classico effetto rosetta.
sl-6. Nei retini AM può variare la forma del punto, ma tutti hanno inclinazione e lineatura.
sl-7. Il retino AM è soggetto a problemi di: moirè da retino, moirè da soggetto, rosetta, perdita di dettaglio.
sl-9. Il retino FM si differenzia dal retino classico per la sua caratteristica di cambiare la frequenza dei punti e non la loro dimensione. Il retino FM di seconda generazione, non distribuisce i punti in modo casuale ma segue un pattern predefinito.
sl-10. Vengono così risolti tutti i difetti del retino AM, inoltre la piccola dimensione dei punti permette di raggiungere un elevatissimo dettaglio di stampa.
sl-11. I vecchi retini FM di prima generazione sono affetti da disturbi nel mezzotono.
sl-12. Per risolvere i problemi del retino AM e del retino FM di prima generazione basta usare retini FM di seconda generazione. Alcuni produttori di retini hanno cercato di miscelare retini AM e retini FM per risolvere i limiti di entrambe le tecnologie. Sono nati così i retini XM.
sl-13. Il primo approccio all'uso dei retini XM non porta a risultati accettabili.
sl-14. Il secondo approccio all'uso dei retini XM non porta a risultati accettabili.
sl-15. Il terzo approccio all'uso dei retini XM non porta a risultati accettabili.
sl-16. La soluzione consiste nell'uso di un retino ibrido AM/FM. Diversi produttori danno ai retini ibridi nomi diversi.
sl-17. Questi retini usano la filosofia FM applicata ad una geometria AM.
sl-19. Il retino Ibrido esiste da diversi anni. Fu ideato da CREO per risolvere i limiti delle lastre flessografiche LAMS.
sl-20. Per mantenera la forma del punto sul polimero flessografico, nelle alteluci invece di diminuirne la loro dimensione, viene rarefatta la loro frequenza, garantendo il diametro del punto minimo riproducibile in macchina da stampa.
sl-22. Questa logica, che funziona egregiamente applicata alle lastre flessografiche, non può portare a risultati soddisfacenti se utilizzata con lastre offset.
sl-23 e 24. Viene introdotto un nuovo concetto per l'uso di retini Ibridi in ambiente offset... l'alta lineatura!
sl-25. I vantaggi derivanti dall'uso di un retino ibrido in ambiente offset, si hanno solo aumentando a dismisura la lineatura di stampa. Questi retini permettono di raddoppiare la classica lineatura (portandola da 150lpi a 320lpi), senza perdere dettagli nelle alte luci o nelle ombre.
sl-26. Domande?
sl-27. Grazie.

Buona applicazione dei retini ibridi.

23.11.10

FlexoCalculator v1.41b



DotSizeCalculator si evolve in FlexoCalculator (v1.4b v1.41b).

Ora si hanno a disposizione due Tabs, il primo per il classico calcolo dei Microns, il secondo per un calcolo più accurato dedicato alle lastre LAMS.

Screenshots:








Buon download.

22.11.10

TAGA day 2010



Dalle loro pagine:
"Appuntamento fisso per il settore dell'industria grafica, anche quest'anno il TAGA DAY 2010 non solo vuole informare sulle iniziative, le attività presenti e future di TAGA, ma anche offrire l'opportunità di aggiornarsi sui cambiamenti dello scenario tecnologico. Le tematiche affrontate dall'incontro, dal titolo 'Il futuro è iniziato – Dalla offset all'inkjet' vogliono proporre un'analisi del dibattito presente nel comparto sull'affiancamento della stampa inkjet all'offset. ..."

Link ufficiale:

Buona partecipazione.

15.11.10

Gutenberg's World seconda edizione



Il manuale teorico-pratico di Stefano Torregrossa è arrivato alla sua seconda edizione.
In questa sua nuova edizione riveduta e corretta, troverete nuovi ed interessanti approfondimenti.

Link ufficiale:

Link per il download:
http://bit.ly/aullCm

Buon download.

3.11.10

L'innovazione e gli animi puri

"L'innovazione alberga nell'animo dei giovani..."



Qualche giorno fa, chiaccherando con un responsabile prestampa, mi racconta: - "sai... è una cosa quasi incredibile. Abbiamo un cliente che chiamarlo analfabeta (in termini informatici) è fargli un complimento! Sapeva a malapena utilizzare Photoshop... non ti dico poi la fatica che abbiamo fatto ad insegnargli come esportare i files in formato PDF!" - ed ancora - "bhè... proprio quel cliente oggi è il miglior utilizzatore del nostro portale web! Abbiamo speso un bel pò di tempo ad insegnargli come si aprono le commesse di lavoro, come si caricano i PDF, come si verificano i problemi di preflight... ma alla fine, devo ammettere che è stato tempo speso bene! Oggi è un cliente del tutto autonomo nell'invio e nel controllo dei files. Prima mi chiamava al telefono quasi tutti i giorni... ora facciamo molti più lavori e non lo sento per settimane!!!"

Infatti - ho detto - sapete cosa ha fatto di quell'operatore un buon utilizzatore degli strumenti web? ...la limpidezza d'animo. Essendo informaticamente digiuno, non poteva avere alcun preconcetto su uno strumento innovativo qual'è il portale web. Non avendo mai utilizzato un FTP, non aveva paletti, non ha dovuto barricarsi dietro a false giustificazioni per auto-convincersi quanto la vecchia soluzione fosse migliore dell'innovazione. Dimenticando così, volontariamente, quanto di innovativo e di vantaggioso potesse essergli stato spiegato nei giorni di apprendimento.

Non per niente i bambini sono i migliori alunni; in assoluto. Il loro animo è puro, innocente, la loro mente è fresca, aperta, sono interessati a tutto ciò che è nuovo ai loro occhi, e dal nuovo sono naturalmente attratti, predisposti a trarne il miglior rendimento, allo scopo di soddisfare le loro necessità, col solo desiderio di concretizzare nell'immediato la loro idea che altrimenti, in mancanza di quella tecnologia a loro disposizione, difficilmente riuscirebbero a concretizzare.

Vi auguro quindi di non essere ottusi, di aprirvi al nuovo... siate di nuovo bambini. Così com'è ovvio ricordare che il nuovo richiede dei momenti di studio, di approfondimento, è indiscutibile ribadire come l'energia spesa in quei momenti, non sia mai spesa in vano. Lo studio accresce le nostre esperienze, ci rende migliori ed, il più delle volte, ci induce al cambiamento.

Vi propongo di riflettere un attimo proprio su questo. Quanto sappiamo apprezzare i vantaggi derivanti dall'innovazione e quanto siamo disposti a rinunciare all'abitudine consolidata?

Ed infine: sono gli animi giovani ad essere troppo flessibili, o siamo noi ad essere eccessivamente refrattari al cambiamento?

Buona innovazione.

2.11.10

JDF dove siamo arrivati oggi?




Direttamente dalle pagine del consorzio CIP4 un bel documento che parla dello stato dell'arte del JDF oggi. Troverete inoltre un nutrito elenco di prodotti certificati JDF.

http://www.cip4.org/marketplace/The_JDF_Marketplace_May_2010.pdf


Buona lettura.

29.10.10

Motore di ricerca per libri in formato PDF



Sei alla ricerca di un titolo in formato PDF?

Questo è un buon punto di partenza...
http://mega-pdf.com/

Buona ricerca.

28.10.10

Come si leggono i colori Pantone?



Ogni PANTONE Color System usa un suo sistema di codifica univoco.

Solid Color System
PANTONE MATCHING SYSTEM® coated, uncoated o matte
(esempi: PANTONE 185 C, PANTONE Cool Gray 1 M)
PANTONE FORMULA GUIDES e SOLID CHIPS contiene 1.114 tinte piatte (spot) PANTONE MATCHING SYSTEM per la stampa su carta. La maggior parte di queste tinte sono riferite ad un nuomero di tre o quattro cifre seguito da C, M od U.
Una piccola parte sono colori nominati, come ad esempio le 14 tinte base es: PANTONE Reflex Blue C o PANTONE Orange 021 M.

Il suffisso si riferisce al tipo di carta usato per la stampa: "C" per coated o gloss paper, "U" per uncoated ed "M" per matte o dull paper.

PANTONE Goe System coated ed uncoated
(esempi: PANTONE 105-5-3 C, PANTONE 31-4-6 U)
Tutti i colori Goe che trovate nelle GoeGuides ed GoeSticks sono identificati da un gruppo di tre numeri. Il primo gruppo di numeri va da 1 a 165 ed indica la famiglia di colori relativa. Il gruppo intermedio da 1 a 5 indica la pagina all'interno della famiglia di colori. L'ultimo gruppo di numeri da 1 a 7 identifica la posizione del colore nella pagina.

Il suffisso indica il tipo di carta usata "C" per coated ed "U" per uncoated.

Four–color process
PANTONE 4–COLOR PROCESS guides coated, uncoated
(esempi: PANTONE DS 1-4 C, PANTONE DE 250-1 U)
Questa guida offre una collezione di oltre 3.000 colori espressi in CMYK.

I riferimenti PANTONE Process Color iniziano con le sigle DS o DE seguite da uno fino a tre cifre, il segno "-" ed un numero singolo. La sigla DE viene usato per la versione europea. Il suffisso indica la carta utilizzata , "C" per coated "U" per uncoated.

Process simulations of solid PANTONE Colors
COLOR BRIDGE® coated ed uncoated
(esempio: PANTONE 185 PC)
Questa guida mostra affiancati fra loro un confronto fra una tinta PANTONE MATCHING SYSTEM ed il suo equivalente più prossimo stampato in quadricromia. La simulazione viene identifiacta dal numo o numero della tinta Pantone seguito da "PC" per la stampa coated, "UP" per la stampa uncoated oppure "EC" per la euro coated.

GoeBridge™ coated
(esempio: PANTONE 11-2-7 CP)
GoeBridge fornisce un confronto fra una tina PANTONE Goe Colors ed il suo colore di quadricromia equivalente più prossimo. Il suffisso "CP" aggiunto al nome, indica che la simulazione è stata stampata su carta coated.

SOLID IN HEXACHROME® coated
(esempio: PANTONE 185 HC)
Questa guida fornsce una simulazione di tinte PANTONE MATCHING SYSTEM Colors usando un processo di stampa in esacromia Hexachrome process (CMYKOG). Le stampe equivalenti sono riferite al nome del corrispettivo PANTONE MATCHING SYSTEM name seguite dal suffisso "HC" che sta per Hexachrome Coated.

FASHION + HOME
(esempi: PANTONE 14–4510 TPX or Aquatic, PANTONE 15–1247 TC or Tangerine):
I colori rappresentati in questo sistema vengono indicati con un numero a due cifre, un segno "-" ed un numero a 4 cifre, più il suffisso "TXP" per le stampe su carta o "TC" per le stampe su dyede cotton. Ogni colore ha un nome di riferimento come secondo indicatore.

PAINTS + INTERIORS
(esempi: PANTONE 14–4510 TPX or Aquatic, PANTONE 15–1247 TC or Tangerine):
I colori rappresentati in questo sistema vengono indicati con un numero a due cifre, un segno "-" ed un numero a 4 cifre seguito dal suffisso "TXP" per le stampe su carta e "TC" per le stampe su dyed cotton. Ogni colore ha un nome di riferimento come secondo indicatore.

Plastics
(esempi: PANTONE Q270–2–4, PANTONE T925–5–5):
I riferimenti PANTONE Plastics Color sono dichiarati con una lettera Q o T seguita da un numero a tre cifre, un segno "-" e da due numeri a cifra singola separati da un ulteriore segno "-". La lettera "Q" sta per opaco e "T" per trasparente.

Link Ufficiale:
http://www.pantone-italia.com/pages/pantone/Pantone.aspx?pg=20051&ca=1

Buona lettura.

27.10.10

Wiki Tutorial in Italiano



Ancora non sapete cosa sia Wikipedia???

Non perdete altro tempo, guardate questo video in Italiano, poi correte ad inserire in Wiki tutto il vostro sapere sul mondo delle Arti Grafiche!

Buon Wiki.

26.10.10

La guida alle guide Pantone



Una carina guida (in lingua inglese) alle guide Pantone.

In due sezioni; un gioco a quiz ed una approfondita FAQ, questa piccola applicazione vi guiderà nei meandri dei colori Pantone.

Ad es.
Lo sapevate che Pantone ha un catalogo di più di 1.400 tinte piatte ?
Lo sapevate che la mazzetta Pantone andrebbe sostituita annulamente ?
Lo sapevate che il gamut della libreria Pantone è superiore al classico gamut CMYK ?
...

Per il resto, cliccate qui:

Buona lettura.

25.10.10

Meglio PDF/X o GWG ? (PDF/X-4 e PDF/X-5)


"Ma... se sono conforme agli standard PDF/X... a cosa mi servono le impostazioni del Ghent PDF Workgroup?"

Bhè... facciamo la prima considerazione... il formato PDF/X è solo il punto di partenza. Se state pensando che salvare in PDF/X crei un file perfetto per la stampa, molto semplicemente... state sbagliando.

Facciamo un esempio pratico: non vi è alcuna regola nel formato PDF/X relativa alla risoluzione delle immagini. Quindi, se create un documento e vi inserite immagini a 50dpi, poi salvate un bel PDF/X, questo sarà un PDF/X valido (il vostro fidato software di impaginazione non vi darà alcun errore). Valido in quanto il formato PDF/X, essendo un formato generico per interscambio dati si ai fini della stampa ma non finalizzato ad una specifica tecnologia di stampa, non mette restrizioni alla risoluzione delle immagini.

Valido, anche se contenente immagini a 50dpi, ma scadente se stampato con tecnologia offset.

GWG serve proprio a questo. Partendo da un formato PDF/X, aggiunge quei paletti necessari a stabilire non solo il corretto formato del file, ma anche i valori ottimali per ottenere un buon prodotto stampato con una specifica tecnologia di stampa.

Esistono quindi impostazioni GWG per la stampa con diverse tecnologie; stampa commerciale, stampa di quotidiani, packaging, stampa digitale...

Se volete avere la certezza matematica di produrre un ottimo file, per una specifica tecnologia di stampa... non vi resta che andare sul sito GWG e scaricare le specifiche desiderate.

Maggiori info sul PDF/X-5 qui:

13.10.10

Quanto costa la mazzetta Pantone? (2)



Acrobat e PDF/X Conformance

Anche se quasi tutti i files PDF possono essere adattati al processo di stampa, anchesì al costo di immani fatiche e perdite di tempo in prestampa, vorrei ribadire il seguente concetto:

"Un PDF è un buon PDF pronto per la stampa solo se esportato secondo gli standard PDF/X."

Chiarito ciò, qualcuno potrebbe obbiettare... - "e come faccio a sapere se ho ricevuto un PDF normale oppure un PDF/X?"

Possiamo schematizzare due scenari:
  1. il reparto prestampa è fornito di un flusso di lavoro in grado di rilevare la corretta normalizzazione di un file PDF/X
  2. il reparto prestampa non è fornito di flusso di lavoro e deve eseguire un controllo manuale dei files ricevuti
Nel primo caso (presenza del flusso di lavoro) tutto avverrà in maniera automatica, usando le code di raffinazione dello stesso flusso. In caso di non conformità PDF/X, l'operatore prestampa verrà allertato sulle problematiche riscontrate nel file ricevuto.

Nel secondo caso (assenza del flusso di lavoro) l'operazione di controllo manuale, più ogni eventuale correzione da applicare al file, graverà sulle spalle dell'operatore prestampa, con inevitabili perdite di tempo.

In entrambi i casi l'uso di Acrobat vi permetterà di effettuare un controllo, in maniera molto semplice, sulla conformità del PDF ad uno specifico standard /X. Ecco come.
Non dovrete fare altro che aprire in Acrobat il PDF ricevuto. Solitamente nella barra laterale, non appare alcuna icona particolare (caso non /X):



Nel caso di conformità ad un qualsiasi standard /X, nella barra laterale sinistra vedrete apparire un apposito simbolo:



Noterete inoltre che in questo caso, la simulazione a monitor della sovrastampa viene abilitata in automatico. Cliccando sul simbolo sopra indicato, potrete leggere a quale standard /X, è conforme il file.
Nel caso stiate usando Acrobat Reader, il controllo finisce qui e vi dovrete fidare delle informazioni contenute nel file PDF ricevuto.



Nel caso stiate usando Acrobat Professional, potrete certificare la conformità allo standard dichiarato, semplicemente cliccando su: "Verify Conformace".
Il motore di controllo presente in Acrobat Professional eseguirà un preflight del documento, avvisandovi sull'esito positivo o negativo del controllo effettuato.




Buon uso del formato PDF/X.

12.10.10

Audi Augmented Design


Sempre in tema di realtà aumentata, e sempre dai creativi Audi, un sito pensato per vivere l'esperienza interattiva in prima persona. Basta stampare un foglio A4 e posizionarlo davanti alla web-cam per vedere apparire una Audi A5. La campagna già dell'anno scorso è ancora usabile oggi...

http://microsites.audi.it/minisiti/virtual/

Provare per credere.

Buona realtà aumentata.

11.10.10

Visualizzare la sovrastampa in Acrobat

Rappresentare la sovrastampa a monitor è sempre stata fonte di fraintendimenti fra il reparto prestampa e l'utilizzatore finale del prodotto stampato.

Infatti la stessa pagina può essere visualizzata così (overprint off):


oppure così (overprint on):


...semplicemente cambiando un'impostazione di visualizzazione nel vostro amato/odiato Acrobat. Basta andare nelle preferenze del programma ed attivare o disattivare questa funzione:



Capite bene quante problematiche d'interpretazione possano scaturire da questo settaggio.

Benchè anche la versione semplificata di Acrobat (aka Reader) contempli da tempo la possibilità di visualizzare in maniera corretta il file da stampare, non tutti gli utilizzatori finali sanno come, e soprattutto perchè, impostare questo importante settaggio.

Fa parte dei compiti di ogni reparto prestampa, a scopo chiarificatore, istruire il cliente finale su come dover impostare i parametri di visualizzazione di Acrobat per consentire una corretta lettura del file pronto per la stampa.

Il post odierno potrebbe anche chiudersi qui... ma, riconsiderando i precedenti, esplicativi del formato PDF/X, oggi possiamo affermare di avere un parametro in più che ci aiuta notevolmente nell'ottenere una corretta visualizzazione delle sovrastampe.

Infatti dalla CS4 in poi, nelle preferenze di Acrobat, troviamo un valore di default che ci aiuta nell'interpretazione dei files pronti per la stampa, vedi sotto:



In lingua corrente significa: "usa la simulazione di sovrastampa a monitor: solo per i files PDF/X".

Questa semplice dicitura sancisce indiscutibilmente due punti chiave.
  • i files pronti per la stampa devono sempre essere valutati tenendo attivata la simulazione a monitor delle sovrastampe
  • possiamo considerare un PDF "ideato" per essere mandato in stampa, solo ed esclusivamente se è un PDF/X. Qualsiasi altra forma di files PDF non è stata studiata per essere stampata, quindi non è necessario che venga visualizzata con la simulazione a monitor delle sovrastampe attiva.

n.b. tutte le problematiche fin qui descritte non sussistono per i clienti dotati di un portale web di prestampa. Infatti gli strumenti presenti nel portale, rappresentando a monitor solo ed esclusivamente il file con la simulazione di sovrastampa attiva, eliminano così alla base ogni possibile fraintendimento dovuto ad una errata interpretazione del file od a settaggi di visualizzazione male impostati.

Buona gestione delle sovrastampe.

7.10.10

Devi leggere un codice QR ma non hai l'iPhone?



Ebbene si, lo ammetto ... non sono possessore di iPhone (non di mia proprietà per lo meno), quindi proprio non sapevo come leggere i codici QR sul mio vetusto Nokia E51.

Finchè non mi sono imbattuto in:

Previa registrazione gratuita, l'applicazione si scarica facilmente ed in pochi secondi.
Nel loro elenco di compatibilità trovate molti Motorola, Nokia, Samsung e Sony Ericcson.

...sono anche provvisti di un generatore di codici QR:

Buon QR.

6.10.10

Come si esporta un PDF pronto per la stampa?

Aggiornamento Giugno 2016:
Cosa ne direste di una guida in Italiano su questo argomento? Maggiori informazioni a questo link.



Anche se passa il tempo, la risposta a questa domanda resta sempre argomento di vivo interesse. Prima di proseguire nella lettura di questo post, vi suggerisco di rileggere i seguenti:
(...anzi forse è meglio di no, per non confondervi troppo le idee, bhe... scegliete voi se approfondire o meno l'argomento)



Quindi ribadiamo - "quali sono i settaggi corretti per esportare un PDF dalla nostra applicazione di fiducia verso lo stampatore?"

Sembra scontato, ma la risposta è di una semplicità quasi sconcertante...

No, no, non dovete inventarvi nessun settaggio particolare, non dovete destreggiarvi fra miriadi d'impostazioni di cui addirittura ignoravate l'esistenza! Qualcuno ha già fatto questo sporco lavoro per voi!
Non inventatevi nulla di nuovo, allineatevi piuttosto agli standard di produzione aziendali riconosciuti a livello internazionale. Questi standard hanno un nome: PDF/X.

Quindi per esportare il vostro lavoro in formato PDF, avendo la sicurezza che nulla delle vostre fatiche vada perso nel processo, basta sbirciare nelle preferenze di esportazione e scegliere uno standard preimpostato:


"...si, ma quale standard scegliere?" - direte voi. Facciamo un paio di considerazioni guardando questa figura:


...a ben vedere esistono diversi standard PDF/X, dall' 1a:2001 al 4:2008 ed, osservando la data riportata dopo i due punti, ci accorgiamo della vetustità di queste impostazioni.
Si, avete capito bene, quella data rappresenta l'anno di rilascio per quelle specifiche impostazioni PDF/X.

Ora... sebbene lo standard X-3, grazie alle sue caratteristiche ideate per la stampa offset, vi permetta di lavorare agevolmente con molti stampatori, vorrei soffermarmi un attimo sulla sua data di rilascio... 2002. Ben 8 anni or sono!

Per fare un paragone con Photoshop, significherebbe utilizzare ancora la versione 7! (per vostra info oggi siamo alla 12).
Se le confrontassimo a Quark Xpress saremmo alla versione 5! (oggi siamo alla 8).
Se le paragonassimo al vostro client di posta elettronica, staremmo ancora lavorando con Outlook 2002. (per gli utenti Microsoft).

Infatti analizzando i settaggi relativi al PDF/X-3, ci accorgiamo che la gestione degli oggetti trasparenti non è ammessa. Tutto ciò che è trasparente viene indiscriminatamente appiattito su un unico livello, in fase di esportazione del lavoro.



Questo appiattimento elimina alla radice eventuali errori di interpretazione da parte del RIP... ma attenzione!... di un vecchio RIP. Voi avete idea di quale sia il RIP in utilizzo oggi dal vostro stampatore di fiducia? Sarà anche lui fermo al 2002?

Utilizzando invece la versione PDF/X più aggiornata, ossia la 4:2008, questo non avviene.



tutti gli oggetti trasparenti restano tali anche se esportati in PDF.

Tutto questo è fantastico Ma... (ad un certo punto c'è sempre un Ma!) il formato PDF/X-4 lascia molta parte della gestione file, riguardante ad esempio la conversione colore, l'appiattimento del lavoro, la gestione dei profili colore etc etc., a chi riceverà il file da stampare.

Questo formato infatti permette di utilizzare oggetti RGB, Trasparenze, profili ICC embedded etc. etc. nella più totale fiducia che chi dovrà poi trattare il file per la stampa, sia un esperto del settore e lavori con cognizione di causa! E soprattutto... che non stia ancora utilizzando apparecchiature antecendenti il 2002!

Chi si occuperà quindi della corretta gestione del file?
Ci scommetto; sicuramente molti di voi lo avranno già capito... il colpevole è: il Flusso di lavoro prestampa!

Tutti i moderni flussi di lavoro integrano ormai al loro interno un interprete APPE.
Integrano inoltre una gestione colore avanzata, sia in termini di spazio colore, che di gestione ICC che di InkSaving. Integrano inoltre tutti i controlli di Preflight e molto, molto altro ancora.

Analizzando quindi un corretto flusso di produzione avremo:



  1. Il file nativo viene aperto nel programma di grafica prescelto
  2. Dopo essere stato editato, il file viene esportato in PDF/X-4
  3. I files vengono inviati al flusso di lavoro prestampa
  4. Il flusso li controlla esegue il Preflight, la gestione colore, il trapping etc. etc.
  5. In fase di uscita il RIP APPE interpreta le trasparenze in maniera corretta
Per concludere, i tasselli chiave per la corretta gestione del file pronto per la stampa sono essenzialmente due:
  1. Il corretto uso di uno standard di esportazione del file (PDF/X-4) riconosciuto a livello internazionale: in questa fase ogni grafico si assuma le proprie responsabilità
  2. L'uso di un Flusso di lavoro che sia in grado di trattare in maniera corretta i files aderenti ad uno standard di lavoro internazionale (PDF/X-4): pretendete, da parte dello stampatore, l'uso di software moderni che siano in grado di ottenere il massimo dai vostri elaborati grafici!

Buon uso del PDF/X-4.

5.10.10

Leggere i codici QR con QR Code Reader



Recentemente dovevo leggere dei codici QR stampati su carta, ma ...
non avendo un iPhone o similari a portata di mano, proprio non avevo modo di decifrarli!

Mi son detto - "ci sarà pure in rete un'utility per leggere i QR dalla webcam!"

...dopo qualche ricerca mi sono imbattuto nel blog di Dan Long, sviluppatore flash ed interactive designer.

Bene, lui aveva il mio stesso problema ed ha pensato bene di sviluppare un'applicazione in Adobe AIR, che fa esattamente quello che stavo cercando, ossia, legge un codice QR usando la webcam (sia USB che integrata nel portatile) e ne visualizza a monitor il contenuto. Un vantaggio di averla sviluppata in AIR fa sì che possiate utilizzarla indistintamente sia su piattaforma Mac che Windows che Linux.

Il blog dell' app:
http://www.dansl.net/blog/?p=256

Il link per scaricarla:

Fate attenzione scaricare ed installare Adobe AIR sul vostro computer prima di usare l'applicazione.

Buon download.

4.10.10

Microsoft Tag, la risposta ai codici QR?



Navigando fra codici QR e codici a barre, mi sono imbattuto nei Microsoft Tag.
Essendo questi successivi ai codici QR, possiamo considerarli un'evoluzione degli stessi.

Il fatto di essere a colori e non in bianco e nero, fa sì che si possa raggiungere una densità dati superiore ai QR, come descritto nelle note tecniche dalla stessa Microsoft:

Sta a voi decidere quale tecnologia possa essere migliore. Io penso che entrambe abbiano i loro vantaggi e svantaggi. Resta comunque fenomenale (per entrambe) la possibile integrazione multimediale fra carta stampata e contenuti web, la possibilità di scaricare in forma digitale interi articoli ed averli sempre a portata di click, la possibilità di accedere a campagne marketing od offerte personalizzate, semplicemente puntando il proprio telefonino su un depliant ricevuto via posta...

Questi sono solo alcuni esempi delle possibilità offerte da questi codici, ora non vi resta che immaginarne di nuove, adattandole al vostro business!

Link ufficiale:
http://tag.microsoft.com/consumer/index.aspx

Buona visione.

1.10.10

Audi calendario 2010



Dopo aver parlato di codici QR e realtà aumentata, non posso non citare il calendario Audi 2010; il primo calendario di auto... senza le auto!
Ottimo progetto che fonde Stampa/Augmented reality e tecnologia in un unico incredibile prodotto.

Provare per credere!

Buona visione.

p.s. ...ora, dopo aver visto questo filmato, credete seriamente che la tecnologia possa sostituire in toto il prodotto stampato?

30.9.10

Augmented reality (relatà aumentata) nella stampa








Citazione da Wikipedia:
"La realtà aumentata (in inglese augmented reality, abbreviato AR) è la sovrapposizione di livelli informativi (elementi virtuali e multimediali, dati geolocalizzati, ecc.) all'esperienza reale di tutti i giorni. Gli elementi che "aumentano" la realtà possono essere aggiunti attraverso un device mobile, come un telefonino di ultima generazione, (p. es. l'iPhone 3GS o un telefono Android), con l'uso di un PC dotato di webcam, con dispositivi di visione (p. es.occhiali VR), di ascolto (auricolari) e di manipolazione (guanti VR) che aggiungono informazioni multimediali alla realtà già percepita "in sé"".

Dal nostro punto di vista (intendo di stampatori), non ci interessa la tecnologia in sè e per sè, ma possono decisamente interessarci tutte le applicazioni, derivanti da questa tecnologia, che hanno la capacità di dare nuova vita al prodotto stampato.

Buona visione.

29.9.10

QR code, questi sconosciuti



Quanti di voi hanno mai sentito parlare di codici QR?

Citazione da Wikipedia:
"Un Codice QR (in inglese QR Code)[1] è un codice a barre bidimensionale (o codice 2D)[2] a matrice, composto da moduli neri disposti all'interno di uno schema di forma quadrata. Viene impiegato per memorizzare informazioni generalmente destinate ad essere lette tramite un telefono cellulare o uno smartphone. In un solo crittogramma sono contenuti 7.089 caratteri numerici e 4.296 alfanumerici.
Il nome QR è l'acronimo dell'inglese quick response (risposta rapida), in virtù del fatto che il codice fu sviluppato per permettere una rapida decodifica del suo contenuto [3]."

Ad esempio il QR che vedete qui sopra, altro non è che la rappresentazione dell'URL di Artigrafiche. Se letto con un lettore di codici QR, solitamente da un iPhone o qualsivoglia telefonino dotato di apposito software di scansione, potrà servirci per avere un link diretto al sito http://artigrafiche.blogspot.com

In rete si trovano numerosi servizi di generazione QR come, ad esempio, Qurify.com.

Ma... agli stampatori cosa può importare di questi strani codici?
Potete ben capire che se stampati sui materiali più disparati come magliette, mousepad, oppure... libri, permettono a chi li interroga di interagire con pagine web, o contenuti multimediali.

Se utilizzati con un po d'intelligenza, questi codici possono essere la base per un prodotto stampato alternativo ed innovativo. Avete mai sentito parlare di realtà aumentata? Restate sintonizzati.

Buon QR.

28.9.10

Quando si tratta di Imposizione... (4)

Ho aggiunto un software d' impaginazione (che a dire il vero altro non è che un servizio gratuito on-line) all'elenco degli impaginatori economici.

Buona lettura.

21.9.10

La cianografica nel 2010

Fra pochi mesi anche questo 2010 finirà, ma... alle soglie del 2011, la "cianografica" ha ancora senso di esistere?

Cito dalle pagine di Boscarol:
"Cianografica
indica una prova di stampa realizzata con una stampante digitale valida solo per il posizionamento e il montaggio, non valida come →prova colore
"

Analizzamo brevemente la storia di questo importante strumento di controllo.

Tradizionale
Un tempo la cianografica era un metodo per la prova di stampa 1:1 realizzato su carta fotosensibile a base di sali di ferro (ferrocianuro potassico). La sua bassa qualità finale non permetteva di valutare il colore o la qualità di stampa del prodotto finito, serviva esclusivamente per validare il layout di stampa. Aveva la caratteristica di avere un basso costo di produzione. Caratteristica fondamentale per delle prove che, una volta vistate, andavano poi buttate.




Digitale
Col passare degli anni la cianografica tradizionale si è evoluta in cianografica-digitale, ossia una prova di stampa 1:1 ottenuta con stampanti digitali (solitamente plotter a getto d'inchiostro). Restano però invariate le caratteristiche di bassa qualità, e l'impossibilità di poterla usare per valutare il colore o la qualità del prodotto finito. Il basso costo copia è garantito dal tipo di carta e di tecnologia usati. La stampa in formato 1:1 comporta però ancora la scomodità di dover accoppiare i fogli macchina (fronte e retro) , di dover piegare ed infine ritagliare il foglio per ottenere così un bozza di stampa sfogliabile dal print-buyer. Questa operazione occupava molto tempo in prestampa.


Digital Blue Line
Con il termine Digital Blue Line (o Signature Booklet) si intende la capacità di un flusso di lavoro di "deimporre" una segnatura di stampa, rispettando la sequenza pagine usata nel template di caduta macchina, inviando poi il lavoro a quartini su una stampante digitale A3+ (solitamente con tecnologia elettrofotografica) in bianca e volta. Questa operazione produce, in uscita alla stampante digitale, dei quartini già accoppiati già in bianca e volta, nella giusta sequenza di stampa. Il fatto di non dover più accoppiare, piegare e ritagliare il foglio macchina riduce drasticamente i tempi necessari alla creazione della bozza di stampa.


Benchè la funzione Digital Blue Line sia ormai molto diffusa nei reparti prestampa, si nota comunque, negli ultimi tempi, una drastica diminuzione delle stampe cianografiche.

Ma... se le nuove tecnologie accelerano il processo di creazione delle cianografiche, e quest'ultime restano inevitabili per la valutazione del lavoro da mettere in macchina da stampa... a cosa è dovuta questa riduzione delle ciano?

Per un semplice motivo.... è una richiesta del mercato.
Al giorno d'oggi i tempi di produzione di una commessa di lavoro, rasentano l'isteria. Sono all'ordine del giorno commesse ancora incomplete fino ad un attimo prima della messa in macchina... in questo bailamme produttivo, in questa rincorsa al completamento del lavoro che doveva già essere stampato, molto semplicemente, non si ha più tempo...

Non si ha più il tempo di fare le cianografiche, nè tantomeno si ha più il tempo di vistarle, quindi... che senso ha produrle? Benchè la produzione della cianografica comporti oggi poco lavoro in prestampa, restano immutabili i tempi di consegna al print-buyer, di visto e riconsegna al reparto prestampa. L'alternativa che fa risparmiare tempo a tutti (e causa indirettamente la riduzione di stampe ciano) sono i portali Web.

Tramite il portale Web, il print-buyer non è più costretto ad aspettare la bozza di stampa per vistarla, ma può sfogliarla direttamente on-line, immediatamente al termine del processo di upload e preflight delle pagine inviate.





Fa eccezione la cianografica ad uso interno, ossia quella che va in mano al capomacchina durante l'avviamento. Questo è ancora uno strumento essenziale per avere il controllo dello stampato ma... credetemi... anche qui vi saranno dei cambiamenti nel prossimo futuro!

Buona ciano.

13.9.10

Statistiche su Prinergy... e se non ho il JDF?

Che Prinergy Connect sia dotato di un database Oracle ormai lo sanno anche i sassi...

Ma a cosa serve avere un Oracle database?
Fondamentalmente per tenere traccia di tutto quello che succede all'interno di una commessa di lavoro: preflight, cianografiche, uscite in lastra, rifacimenti etc. etc.

Quando si hanno a disposizione tutte queste informazioni "consolidate" nel tempo, è cosa molto interessante, soprattutto dal punto di vista gestionale dell'azienda, poter gestire il dato e sapere quanto lavoro sia passato "attraverso" il flusso Prinergy. Si pùò quindi avere un consuntivo del lavoro svolto. Il solo parlare di consuntivi, ci riporta subito alla mente un acronimo ... JDF !

"...si... ma noi in azienda non abbiamo un MIS JDF..." - è quello che mi sento rispondere il più delle volte. Bhe... in alternativa al JDF, esistono diversi metodi per estrapolare delle informazioni dal database.

Metodo (A): fallo con le tue mani
Come certo sapete, al termine di ogni operazione, Prinergy ci informa sull'esito del lavoro svolto nella ben nota finestra di "informazioni sul processo":


Unico neo, queste informazioni non sono stampabili nè esportabili in alcun modo. Queste finestre di log riportano solo a video le informazioni, null'altro. Un operatore molto coscienzioso potrebbe trascrivere a penna, sul diario di bordo, tutto quello che transita dal flusso di lavoro!

Sto scherzando ovviamente! :-)
Diciamo che questa non è la strada ottimale.

Metodo (B): accedi al database con gli strumenti di Report
Esiste una funzione denominata appunto Production Reporting che, tramite un interfaccia web, ci permette di inviare delle query d'interrogazione al database, e salvare i risultati in diversi formati (Excel, PDF, HTML, TXT etc.) a discrezione dell'utente.

Tutto ciò è molto interessante, ha un unico grosso limite. Il costo.
La funzione viene attivata solo tramite la licenza Business Link (quella per la comunicazione JDF per intenderci). Quindi chi ha investito in questa licenza... sarà interessato all'implementazione JDF nella sua globalità piuttosto che alla sola interrogazione del database, non credete?

Metodo (C): esporta un file XML verso il MIS
Per i clienti che hanno la licenza RBA, è possibile scrivere delle regole che esportino in formato XML, le informazioni sul lavoro compiuto; poi le inviino verso un software MIS...
questo sarà il risultato:
<?xml version="1.0" encoding="UTF-8"?>
<Lavoro>
<Capocommessa>
<Nome>Mauro</Nome>
<Cognome>Lussignoli</Cognome>
</Capocommessa>
<Nr_Commessa>123456</Nr_Commessa>
<Nr_Pagine>69</Nr_Pagine>
</Lavoro>
Ovviamente il contenuto del file XML viene da voi deciso e formattato sulle necessità del vostro MIS, lasciandovi la discrezionalità di scegliere quali informazioni estrapolare per ogni lavoro svolto. A patto che disponiate di un software MIS in grado di interpretare i files XML, questa è una soluzione ottimale per ottenere un flusso automatizzato, senza dover fare ulteriori investimenti dettati da una piena integrazione JDF.

Metodo (D): salva dei files di log poi analizzali in Excel/Openoffice
Sempre per i clienti dotati di RBA; sfruttando la stessa logica appena descritta per l'esportazione XML, è possibile salvare i dati sensibili in semplici file di log aventi il compito di tracciare le operazioni svolte dal flusso di lavoro...

eccone un esempio:
1, Refine completed with ,Info, 3, pages, Job:,TEST_MacBook Pro, user:, Administrator, date:, 9/8/2010 12:00:00 AM, Time:, 15:58:22.0016186 .
1, Refine completed with ,Info, 10, pages, Job:,TEST_MacBook Pro, user:, Administrator, date:, 9/8/2010 12:00:00 AM, Time:, 15:58:54.6595406 .
1, Refine completed with ,Warning, 6, pages, Job:,TEST_MacBook Pro, user:, Administrator, date:, 9/8/2010 12:00:00 AM, Time:, 15:59:01.7849254 .
1, Refine completed with ,Info, 5, pages, Job:,TEST_MacBook Pro, user:, Administrator, date:, 9/8/2010 12:00:00 AM, Time:, 15:59:08.5664956 .
...ad occhio nudo questa lunga serie di lettere e numeri non ci dice molto; ma ad un'attenta analisi ci rendiamo conto che, se ben interpretate, queste poche righe racchiudono molte informazioni sul lavoro svolto dal nostro flusso di lavoro (nell'esempio riportato abbiamo 4 raffinazioni per un totale di 24 pagine).
Semplicemente aprendo questi file in Excel/OpenOffice, possiamo analizzarne il contenuto e rendere leggibili queste utilissime informazioni. L'aggiunta di qualche semplice funzione di somma al foglio di calcolo, unita ad una formattazione decorosa, ci permetterà di ottenere un consuntivo delle lavorazioni svolte leggibile in maniera molto intuitiva. Le quantità di raffinazioni, pagine processate, cianografiche, lastre e quant'altro ci venga in mente, ora non avranno più segreti.

Un esempio in Excel, del file di cui sopra...
(clicca per ingrandire)

bhe... capite bene le potenzialità di un simile strumento.
Unico neo, i file di log non interrogano il database, ma scrivono in tempo reale quanto accade nel flusso di lavoro; non sono perciò retroattivi, conteranno il lavoro svolto dal flusso, solo ed esclusivamente dalla data di attivazione della regola RBA.

Quindi ... cosa aspettate ad attivare sin da subito le regole di log?

Buona analisi dei dati.

7.9.10

Grafici Creativi, il portale pensato per il mondo grafico



Forum, Gruppi di Lavoro, Tutorials, Contest, etc.

Alcune aree sono ancora in allestimento, ma il progetto promette bene...
Sicuramente sarà un portale molto, molto ricco.

Link ufficiale:
http://www.graficicreativi.com/content.php

Buona navigazione.

6.9.10

DotSizeCalculator v1.3b



Nuova versione (1.3b), di questa strabiliante utility freeware.

Elenco le nuove funzionalità:
  • visualizzazione in virgola mobile di tutti i valori calcolati: la visualizzazione ora risulta essere molto più precisa.
  • possibilità di definizione lpi/lpcm della lineatura: vi permette di decidere l'unità di misura preferita: è anche un convertitore al volo fra le due unità di misura.
  • localizzazione Italiano/Inglese del programma: si imposta automaticamente in base alla lingua del sistema operativo.
  • aggiunta pagina HTML di storico (History File), richiamabile dalla finestra About.
  • completa riscrittura del codice in pura logica OOP: la prima versione aveva una logica esclusivamente procedurale (quella classica del C per intenderci), mentre questa sfrutta tutte le potenzialità della Programmazione Object Oriented (quale l'object-c). Dal lato utente non cambia assolutamente nulla, però fa molto figo dirlo! ;-)

Screenshots:






Buon download.

3.9.10

FlexoGlobal Webinar Series - Kodak Flexcel NX System



FlexoGlobal organizza un Webinar sul sistema Kodak Flexcel NX.

Giovedì, 9 Settembre 2010
2 p.m. Eastern Daylight Time

Relatore: Dr. John Anderson
Director Packaging Segment Marketing Americas, Eastman Kodak Company

L'iscrizione è gratuita.

Link per le iscrizioni:

Buona partecipazione.

2.9.10

Gutenberg's World v2.0



Gutenberg's World , il manuale nato con l'intenzione di permettere una pacifica convivenza fra grafici e tipografi, raggiunge la sua seconda edizione.

Ad oggi è ancora gratuito, sempre più popolare, rivisto e con più contenuti.

Link ufficiale per il download:

Ancora complimenti a Stefano!

Buon download.

1.9.10

Il retino come non lo avete mai visto...

Quando si parla di retino di stampa, soprattutto se osservato con un lentino od attraverso un microscopio, vi aspettate di vedere qualcosa di simile a questo:



...e fin qui nulla di speciale.

Le cose cambiano quando a valutare i retini è Gordon Pritchard. Grazie ai suoi strumenti, quelle semplici file di puntini monocromatici possono trasformarsi in un rendering 3D.



Oppure in un surreale paesaggio realizzato in computergrafica!



La sua è solo una fredda analisi della qualità di stampa oppure... è arte digitale?

Link ufficiale:
http://qualityinprint.blogspot.com/2010/08/halftones-as-youve-never-seen-them.html

Buona visione.

31.8.10

Book republic, editoria elettronica



Dalle loro pagine:
"Bookrepublic è un servizio di distribuzione online per i libri digitali – rivolto principalmente agli editori indipendenti – e una libreria online. Attraverso quest’ultima è possibile acquistare per la prima volta in Italia ebook in formato epub."

Link ufficiale:
http://www.bookrepublic.it/

Interessante intervista su Books Blog.it:
http://www.booksblog.it/

Buona lettura.

26.8.10

DotSizeCalculator calcola i microns necessari in modalità freeware



Innanzitutto un buon rientro dal periodo feriale a tutti!

Come omaggio per esservi nuovamente collegati, e per ben iniziare il nuovo ciclo lavorativo, ho pensato di postare un piccolo gadget. Certo, forse la cosa non interesserà tutti, ma troverà sicuramente qualcuno sensibile alla problematica che vado a spiegarvi.

Chi lavora nella flessografia, ed in particolar modo chi utilizza alcuni retini speciali sviluppati da Kodak, quali; Maxtone - Hyperflex - Digicap ed ora Digicap NX, ha sovente la necessità di dover calcolare i micron necessari alla generazione del punto, partendo dalla lineatura-di-stampa e dalla percentuale-minima-stampabile voluta.
Questa operazione veniva solitamente fatta usando un foglio di calcolo sviluppato in Excel che, una volta inseriti i dovuti valori, riportava i micron necessari alla corretta generazione dei punti da parte del flusso di lavoro.

L'uso di un foglio Excel mi è sempre sembrata una forzatura, in quanto obbliga l'utente ad avere una copia di Office/OpenOffice (Mac o PC) installata sulla stazione client in uso.

Bene, vista la problematica (questa estate), ho sviluppato una piccola utility su Mac che fa esattamente gli stessi calcoli del famigerato foglio Excel. L'utility ha il vantaggio di essere molto leggera, di essere freeware e di poter essere usata su qualsiasi stazione Mac.

Qualcuno potrebbe chiedersi: "Perchè su Mac?"
La risposta è quasi scontata... perchè il 99% degli utenti Workshop lavora su Mac!

Il programma è di una semplicità elementare, non richiede istruzioni particolari, non richiede installazione alcuna (va semplicemente decompresso e copiato dove preferite), è stato sviluppato e testato solo su OSX 10.6. Sentitevi liberi di contattarmi per qualsiasi domanda e/o suggerimento.

Data la natura freeware del prodotto, l'uso o meno dello stesso è soggetto esclusivamente alla vostra volontà, non vincola il sottoscritto ad alcuna responsabilità di supporto al programma, ne il sottoscritto può in alcun modo essere considerato responsabile per un uso erroneo del software.

Di seguito un paio di screen shots...






Il programma è liberamente scaricabile ed utilizzabile da questo link:

Buon download.