13.7.23

Anilox e densità di stampa

“Per aumentare o diminuire la densità dei pieni in stampa flexo basta cambiare il rullo anilox con uno di volume diverso e siamo apposto.”


FALSO!

Una delle pratiche più diffuse presso gli stampatori flexo é quella di cambiare il rullo anilox alla bisogna, sostituendolo con uno di portata maggiore o minore, allo scopo di modificare la densità dei pieni del lavoro in macchina. Questa pratica è una scelta suicida per lo stampatore ed irrispettosa verso tutta la filiera della gestione colore.

Quando il macchinista non riuscendo ad ottenere le giuste densità in stampa decide unilateralmente di cambiare il rullo anilox, sostituendolo con uno diverso da quanto precedentemente prestabilito, con questa sua scelta innesca inevitabilmente tutta una serie di problematiche a catena, problematiche dalle quali é poi impossibile uscirne senza dover necessariamente scendere a compromessi qualitativi nella resa cromatica del lavoro stampato.

Da dove deriva questa pratica così diffusa?
Sembra quasi banale dirlo, ma questa pratica nasce e si diffonde grazie alla sua “semplicità” d’attuazione.
Per capire meglio quanto appena affermato, dovete sapere che in un sistema di stampa flessografico i fattori che influiscono maggiormente sulla densità dei colori pieni sono essenzialmente due, ossia:
  • la formulazione degli inchiostri
  • il rullo anilox in uso

ATTENZIONE, questi due fattori benché molto importanti NON sono gli unici in grado di influenzare le densità dei pieni ma, tenendo fermi gli altri componenti del pacchetto di stampa quali il biadesivo ed il cliché (con tutte le relative caratteristiche di retinatura e micro retinatura), inchiostri ed anilox sono le variabili su cui il macchinista ha la possibilità di agire con più semplicità durante l'avviamento del lavoro.

Per capire meglio il problema, dobbiamo focalizzarci sul fatto che durante l'avviamento del lavoro l’atto di cambiare un rullo anilox comporta un fermo macchina di soli 5 minuti al massimo; mentre l’atto di riformulare gli inchiostri comporta invece un fermo macchina decisamente più lungo, articolato e complesso.

Quindi, di fronte alla prospettiva di poter cambiare un rullo anilox in soli 5 minuti, oppure di dover:
  • fermare tutto
  • scaricare gli inchiostri
  • riformulare gli inchiostri
  • pulire la macchina da stampa
  • ricaricare i nuovi inchiostri
e solo dopo tutto questo lavoro poter ripartire in stampa… beh, voi cosa fareste?

Esatto, fareste anche voi la cosa sbagliata, ossia cambiereste anche voi il rullo anilox!

Vediamo ora in dettaglio perché il cambio dell'anilox risulta essere una scelta di facile soluzione, ma nel contempo tecnicamente suicida ed irrispettosa verso gli altri.

É suicida perché è vero che il cambio del rullo anilox cambia inevitabilmente il volume dell'inchiostro trasferito sul supporto stampato, ottenendo così il desiderato aumento della densità in stampa, MA contestualmente agisce anche sullo schiacciamento del punto (TVI). Nell'esempio qui sotto vediamo come passando da un anilox #420lpcm V3,8 ad un #320lpcm V5.0 si ottenga una maggiore densità del colore nei pieni (raggiungendo così lo scopo prefissato), ma contestualmente si ottenga anche un significativo aumento indesiderato del mezzotono (TVI).
Vedete come agendo sul rullo anilox si siano ottenute le densità dei pieni volute, ma si è agito anche involontariamente sullo schiacciamento del punto, portandolo fuori specifiche. La scelta del cambio anilox è accettabile solo ed esclusivamente se questa NON altera eccessivamente la cromia degli inchiostri base nè determina uno schiacciamento del punto fuori specifiche.

Certo, è sempre possibile decidere di procedere comunque alla tiratura del lavoro scendendo a compromessi ed accettando ∆E più ampi e/o una cromia del lavoro più distante rispetto a quanto desiderato ma, ovviamente, questa scelta va sempre concordata fra committente e stampatore.

La scelta del cambio anilox presa in modo unilaterale è irrispettosa verso gli altri attori della filiera colore perché tutto il lavoro svolto in prestampa ed in preparazione polimeri è stato fatto basandosi sui dati di ottimizzazione, fingerprint e caratterizzazione forniti loro in precedenza, che comprendono:
  • il colore Lab degli inchiostri
  • lo schiacciamenti del punto (TVI) della macchina da stampa
Questi dati vengono ottenuti per ogni specifica condizione di stampa. Nel momento stesso in cui il macchinista decide arbitrariamente di sostituire il rullo anilox prestabilito (allontanandosi così dalla condizione dichiarata in precedenza), decide anche nello stesso momento di alterare la condizione di stampa e di conseguenza di alterare i parametri di colore degli inchiostri e lo schiacciamento (TVI) prestabiliti. Quando la decisione del macchinista porta a stravolgimenti eccessivi della condizione di stampa, questa annichilisce inevitabilmente anche TUTTO il lavoro svolto da chi sta' prima di lui nella filiera del colore. La scelta del cambio anilox è accettabile solo ed esclusivamente se questa NON altera eccessivamente la cromia degli inchiostri né lo schiacciamento del punto desiderati.

Anche se potrebbe sembrare controintuitivo, la scelta migliore dovrebbe essere invece quella di più difficile attuazione che comporta il fermo macchina più lungo, ossia quella di mantenere inalterati i rulli anilox ed agire invece sulla formulazione degli inchiostri. Quando a parità di anilox non riuscite ad ottenere le densità in stampa desiderate, la domanda di base da porsi è sempre la stessa:

"In passato questi anilox mi hanno dato i pieni desiderati, perché oggi non dovrebbero essere in grado di riprodurre nuovamente gli stessi risultati? Quali variabili sono cambiate nella condizione di stampa?"

Se pensiamo alla qualità in stampa come al risultato ottenuto dalla sommatoria di diversi fattori, capite bene come cambiare il rullo anilox, invece di semplificarvi il lavoro, aggiunga solamente una nuova variabile alla risoluzione del problema.

Nell'esempio qui sotto vediamo come mantenendo fermo il rullo anilox da #420lpcm V3,8 ed agendo invece sulla formulazione degli inchiostri, si riesca ad ottenere sia la densità del colore che lo schiacciamento del punto desiderati.
Agendo sulla formulazione degli inchiostri abbiamo riportato la condizione di stampa nelle specifiche dichiarate in precedenza, senza aver alterato lo schiacciamento in macchina (TVI).

Ultimo ma non meno importante aspetto: il cambio anilox indiscriminato é una pratica difficilmente accostabile alla stampa ECG (Expanded Color Gamut). Nelle separazioni colore fatte in esa/eptacromia la costanza dello schiacciamento (TVI) è un aspetto fondamentale per il raggiungimento della resa cromatica generale del lavoro. Nella stampa ECG infatti tutti i colori non sono mai formati da tinte piatte specifiche, questi derivano invece dalla sommatoria dei 6 o 7 colori di base usati nella ricetta colore scelta in prestampa. Capite bene quindi come anche lievi variazioni dello schiacciamento (TVI) si riflettano inevitabilmente in possibili stravolgimenti della cromia globale del lavoro.



Buona gestione del colore.