29.4.16

Quante ISO devo conoscere per stampare a norma ISO ? Ne basta solo una !



ISO 12647, ISO 13655, ISO 17972 , ISO 3664, ISO 16612, ISO 15930 ... potrei continuare, ma so che già vi gira la testa ...

Ognuna di queste norme definisce e standardizza un singolo aspetto della attività utili alla produzione di prodotti stampati, dalla preparazione dei files, fino alla descrizione degli illuminanti da usare per la misurazione e l'osservazione del prodotto stampato.
"Ma come faccio a sapere quali norme mi servono per definire la mia filiera produttiva ?!??"
Per descriverle tutte, ed organizzarle secondo un filo logico, ne basta una sola, la ISO / TR 19300 !

Cito dalle pagine di Denis Salicetti:
"Il Technical Report 19300 è l’anello mancante di tutti gli standard legati alla produzione di stampati, in quanto funge da linea guida per utilizzarli con profitto in tutto il flusso di lavoro, dal print buyer al post stampa. Inoltre è il primo documento ISO che cerca di descrivere ruoli, responsabilità, casi d’uso di tutta la filiera."
Di seguito l'indice degli argomenti trattati:

  • Attori, ruoli, responsabilità
  • Casi d’uso
  • Concetti base: condizioni di visione, misurazione del colore, caratterizzazione, riproduzione e bilanciamento dei grigi
  • Flussi di lavoro
  • Design: Immagini RGB, flussi di lavoro dipendenti e indipendenti dal processo di stampa, files pronti per la stampa, sistemi di proofing
  • Prestampa
  • Stampa
  • Post stampa
  • Calcolo della carbon footprint
  • Relazione tra gli standards


L'applicazione di questa singola ISO vi guiderà all'uso delle altre, per raggiungere la completa standardizzazione della vostra azienda.

Buona standardizzazione.

Link ufficiale:
http://www.salicetti.it/2015/08/linee-guida-per-la-produzione-di.html

26.4.16

Il lungo viaggio dalla progettazione alla stampa - Perché devo seguire gli standard ISO ?


In ogni progetto grafico garantire che il colore venga riprodotto fedelmente lungo tutta la filiera è da un lato un’impresa tecnica, dall’altro una specifica richiesta di ogni brand-owner. Nei contratti con le grandi firme queste possono richiedere espressamente che il colore del loro brand non subisca variazioni superiori a Delta E 1 (ossia molto vicino all’impercettibile dall’occhio umano), di conseguenza si rivolgono esclusivamente a collaboratori in grado di offrire questo tipo di garanzia.

Dal product manager al designer, al pre-media, al converter, allo stampatore per infine ritornare al controllo qualità del committente; ogni figura coinvolta nella filiera produttiva, per garantire la corrispondenza cromatica, deve essere in grado di poter valutare il colore utilizzando gli stessi strumenti e gli stessi parametri qualitativi.

Se io dico “Rosso” a che rosso mi sto riferendo ? A quello che vedo sul mio monitor ? A quello che vedo sul campione del progetto che dovrò sviluppare ? Oppure a quello che otterrò sul prodotto finito che verrà distribuito sul mercato ?

La chiave di tutto risiede nella standardizzazione. Senza standardizzazione non riusciamo a comunicare e garantire il colore di un prodotto dalla progettazione alla stampa. Grazie alla standardizzazione tutti parlano la stessa lingua e, quando si riferiscono ai parametri qualitativi da usare, tutti gli attori della filiera produttiva sanno a cosa si stanno riferendo.

Nel settore delle arti grafiche la certificazione ISO non è cogente ma volontaria. Ovviamente assoggettarsi alla standardizzazione comporta dell'impegno, degli investimenti, ma ... provate ad immaginare cosa succederebbe se vi venisse commissionato il progetto di un opuscolo dove il cliente ne definisse le misure in millimetri, il project-manager le convertisse in chilometri, il grafico usasse invece i pollici, il reparto prestampa i pica, lo stampatore le miglia marine ed infine il controllo qualità del cliente ... bhè verificasse il tutto in Parsec !

Ecco, in un simile scenario, non credete possa esserci la probabilità (quasi certa) che qualcuno applichi qualche arrotondamento ? ...e così facendo commetta qualche, anche seppur minimo, errore ?
Io credo proprio di si. 
Diversamente non sorgerebbero problemi se tutti gli attori della filiera produttiva scegliessero, di comune accordo, l'uso di uno standard optando per un quasi banale: "hey, ragazzi... cosa ne dite di usare tutti solo i centimetri ?". Nella gestione quotidiana di ogni progetto grafico, la problematica dell' "arrotondamento", si amplifica abbracciando tutto il documento, dai suoi contenuti, alla lingua utilizzata fino ad arrivare alla gestione cromatica dello stesso.

Unica ancora di salvezza è l'utilizzo degli standard. Risulta quindi di fondamentale importanza avere chiari alcuni concetti base. Per i temerari che abbiano la voglia e la pazienza di sviscerare questi argomenti, vi suggerisco alcune letture:
  • Il colore che vedo a monitor sarà lo stesso che otterrò sul prodotto stampato ? No, quella è solo una fra le molte interpretazioni dei valori numerici che rappresentano una tinta. (http://artigrafiche.maurolussignoli.it/2015/02/limmagine-che-vedete-monitor-non-esiste.html)
  • Il mio committente mi chiede di riprodurre un colore, nel contratto di fornitura, che tolleranza dovrò indicare ? (http://artigrafiche.maurolussignoli.it/2016/03/qual-la-tolleranza-accettabile-di-ogni.html
  • Il mio progetto grafico andrà stampato con tecnologia Offset, come faccio ad impostare il giusto spazio colore ? (http://artigrafiche.maurolussignoli.it/2016/03/fogra-39-addio-sono-arrivati-fogra-51-e.html
  • Mi hanno dato delle foto da inserire nel progetto grafico, saranno adatte per la stampa Offset ? (http://artigrafiche.maurolussignoli.it/2015/09/un-immagine-grande-come-un-campo-da.html
  • Devo indicare dei colori speciali nel mio progetto grafico quali sono gli strumenti più idonei per definire le tinte ? (http://artigrafiche.maurolussignoli.it/2016/04/mazzetta-pantone-addio-e-arrivato-il-cxf.html
  • Ok, il mio progetto grafico è pronto, come faccio a mandarlo in stampa senza che parte del mio lavoro vada persa per strada ? (http://artigrafiche.maurolussignoli.it/2016/03/come-si-esporta-un-pdf-pronto-per-la.html)
  • In breve:
    • Le caratterizzazioni Fogra sono degli standard, sapere cosa sono e come si utilizzano vi garantisce che i colori da voi definiti, vengano correttamente riprodotti in stampa.
    • Il formato PDF/X è uno standard, saperlo usare agevola sia il vostro lavoro che quello del reparto prestampa.
    • Il CxF è uno standard, il suo uso semplifica la vita di chi dovrà riformulare le tinte in macchina da stampa.
    • Ultimo punto, ma per questo non meno importante. Per far sì che tutto abbia un senso, la vostra macchina da stampa deve produrre colori nello standard. ISO 12647 e PSO (o PSD per la stampa digitale) sono le linee guida da seguire, a garanzia che i colori stampati rientrino nei parametri previsti dal contratto di fornitura.
    Se il grafico non fornisce al reparto prestampa i files applicando degli standards, chi vi garantirà la certezza del risultato ?
    Se il vostro stampatore di fiducia, durante la tiratura, non segue uno standard preventivamente concordato, chi vi garantirà la fedeltà cromatica ?
    Se il controllo qualità del fornitore non verifica la resa cromatica seguendo gli standards accordati, chi vi garantirà che non avvengano mai contestazioni ?

    Come recita il proverbio: "Patti chiari... collaborazione lunga."

    Buona standardizzazione.

    22.4.16

    Anilox sporchi ? Soluzioni Flexoclean


    I tuoi rulli anilox hanno bisogno di una pulizia approfondita ?

    Pagina ufficiale:
    http://flexoclean.nl/

    Buona pulizia delle vostre macchine flexo.

    19.4.16

    Callas PDF toolbox corso per principianti ed integrazione con Prinergy Workflow



    "Cosa posso controllare in un documento PDF utilizzando gli strumenti Callas pdfToolbox ?"

    Gli strumenti Callas possono essere attivati in un flusso di lavoro Prinergy Workflow grazie alla licenza Preflight+. Vedi questo video al minuto 03:13 e la demo live al minuto 11:55.



    La fusione delle versatili soluzioni Callas alle consolidate capacità di Prinergy Workflow (RBA) portano l'automazione del reparto prestampa a nuovi e più alti livelli produttivi.

    Grazie alla licenza Preflight+ è ora possibile analizzare, con gli strumenti Callas, le pagine in ingresso al flusso di lavoro "Prima"che queste vengano Raffinate da Prinergy e se necessario anche "Dopo" che sono state raffinate. Il livello di controllo e gli automatismi da applicare ora non devono più essere definiti a prescindere, ma possono modellarsi in base ai contenuti della pagine ricevute in ingresso.

    Buona visione.

    17.4.16

    Mac Days 2016 - Pordenone

    Cito dalle loro pagine:
    "Il 23 e 24 Aprile 2016 nell’ambito della “Fiera del Radioamatore” di Pordenone si svolgerà la quinta edizione del MacDays ideato da Italiamac assieme a all’ITST Kennedy e Pordenone Fiere, l’evento dedicato agli appassionati della mela di Steve Jobs che cresce anno dopo anno e rende Pordenone centro nevralgico per gli amanti dei Mac e degli iPhone. Proprio nel 2016 cade l’anniversario dei 40 anni dalla fondazione di Apple, quale migliore occasione per festeggiare un compleanno così importante se non questa?"
    Link ufficiale:
    http://www.radioamatorepordenone.it/iniziative/macdays/

    Buona partecipazione.

    16.4.16

    23 Aprile - Giornata mondiale del libro e del diritto d'autore @ IoLeggoPerchè.it



    Il 23 Aprile è la Giornata mondiale del libro e del diritto d'autore.
    Cito dalle pagine di Wikipedia:
    "Sulla base di una tradizione catalana, la 28a sessione della Conferenza Generale dell'UNESCO, riunita a Parigi, su proposta di 12 paesi fra cui Australia, Russia e Spagna, ha adottato la risoluzione 3.18 con la quale ha proclamato il 23 aprile di ogni anno “Giornata mondiale del libro e del diritto d'autore” (28 C/Resolution 3.18 del 15 novembre 1995)"
    Che manifestazione verrà organizzata nella vostra città ?

    Maggiori informazioni su:
    http://www.ioleggoperche.it/it/home/

    Buona lettura.

    15.4.16

    Graphic Means - documentario indipendente sulle Artigrafiche

    "Il documentario, Graphic Means, ora in produzione, esplorerà il mondo del design grafico dai primi anni 50 agli anni 90—dalla composizione manuale alla fotocomposizione, dal montaggio al PDF. Contribuisci al supporto di questo film indipendente."

    Sito ufficiale:
    http://www.graphicmeans.com/



    Buona visione.

    CxF è l'evoluzione del Pantone - Webinar gratuito sul CxF @ Xrite (Pantone)

    Garantire che il colore venga riprodotto fedelmente lungo tutta la filiera è un impresa alquanto complicata. Dal manager del prodotto al designer, al pre-media, al converter, allo stampatore per ritornare al controllo qualità del committente; ogni figura coinvolta nella filiera produttiva, per garantire la medesima corrispondenza cromatica, deve essere in grado di poter valutare il colore utilizzando gli stessi parametri qualitativi.

    La chiave di tutto è la standardizzazione. Senza standardizzazione non riusciamo a comunicare e garantire il colore di un prodotto dalla progettazione alla stampa.

    CxF non descrive i colori solo con la terna L*a*b*, ma li descrive in dettaglio inglobando all'interno del documento la curva spettrale, i valori L*a*b*, l'angolo d'osservazione, gli illuminanti etc etc.

    In questo webinar Raymond Cheydleur ci fa scoprire cosa può contenere lo standard ISO CxF , come si integra nel flusso di lavoro e come può aiutarci nella comunicazione del colore.


    Buona visione.

    12.4.16

    Confrontare il contenuto dei documenti PDF con Callas pdfToolbox & Insite Prepress Portal



    In questo video vedrete come è possibile confrontare il contenuto di due pagine PDF tramite la tecnologia pixel-su-pixel di Callas pdfToolbox in aggiunta alle soluzioni Global Vision. Analoga tecnologia è presente in Insite Prepress Portal, tramite la funzione compare pages (visibile dal minuto 18:14).



    Buona visione.

    8.4.16

    Mazzetta Pantone ? addio, è arrivato il CxF


    Nella filiera della gestione del colore è di fondamentale importanza avere sempre a disposizione tutti i parametri necessari alla perfetta riformulazione / riproduzione di ogni specifico colore.

    Se fino ad oggi vi siete affidati solo all'arcinota "Mazzetta Pantone" per decidere il colore del vostro logo, bhè... sappiate che siete decisamente paleolitici. Sono ormai diversi anni che la stessa Pantone non usa più le mazzette stampate come colore di riferimento. Le mazzette invecchiano, si deteriorano, ingialliscono ... se misurate con lo spettrofotometro la stessa tacca colore di due mazzette diverse, otterrete due letture L*a*b* diverse.
    "Ah, si .. ? E come faccio allora a passare le informazioni di questo bel colore ocra, al mio stampatore di fiducia ?!??"
    ...risponderete voi con tono fra l'altezzoso e l'offeso. Tranquilli, bastano tre semplici passaggi:
    1. Misurazione del colore da riprodurre e creazione dei dati CxF (opzionale)
    2. Uso dei dati CxF all'interno del software grafico
    3. Salvataggio del documento in formato PDF/X, questo conterrà i dati CxF dei colori voluti
    Il punto 1 è opzionale in quanto non necessario se già disponiamo dei dati CxF del colore desiderato.
    Ci spiega tutto Anderson Vreeland in questo live demo degli strumenti ORIS:


    Chiarito l'uso del CxF, potreste chiedere: "Quali sono i vantaggi del dato CxF in confronto all'uso della mazzetta pantone ?" Ne riporto alcuni in ordine sparso:
    • Il CxF è uno standard ISO non proprietario e riconosciuto nel mondo delle arti grafiche
    • Il CxF, una volta definito, non invecchia, non si deteriora e non ingiallisce
    • E' in grado di definire un colore sui più svariati supporti
    • Può essere condiviso digitalmente fra committente, grafico e stampatore
    • Il CxF non contiene solo la terna L*a*b* del colore, ma la sua curva spettrale, la curva TVI, le informazioni del substrato e molto altro ancora
    • Il CxF è un valido aiuto non solo per la visualizzazione, ma anche e soprattutto per la riformulazione del colore in macchina da stampa
    Credo che queste motivazioni siano sufficienti per farvi prendere in seria considerazione la cosa.

    N.B. vedendo alcuni commenti al post, voglio sottolineare che CxF non è l'antitesi della mazzetta, ma la sua evoluzione digitale. Sappiate che CxF è stato ideato dalla stessa Pantone, solo in un secondo momento è stato ceduto, e da soluzione proprietaria è diventato lo standard ISO 17972. Pantone (oggi Xrite) non rinnega il suo passato, altresì vuole farlo evolvere in qualcosa di più funzionale per tutti gli attori della gestione del colore. Dal print-buyer al grafico allo stampatore tutti devono essere in grado di poter comunicare un dato essenziale, quale il colore, usando gli stessi strumenti e gli stessi metodi di giudizio.

    Buona gestione del colore.

    CxF official page:
    http://www.xrite.com/color-exchange-format

    Fonte:
    http://www.cgs-oris.com/index.php/en/products/oris-cxf-toolbox


    5.4.16

    Quanto sono grandi due Picolitri ? - confronto da inkjet a stocastico

    Quando si parla di stampa digitale inkjet, si arriva sempre a decantarne le qualità tecniche in termini di dimensioni (Picolitri) delle gocce stese sul supporto di stampa. Tecnicamente affascinante, ma unità di misura nell'ordine del milionesimo di milionesimo di litro, risultano alquanto difficili da figurarsi, per cui questi dati ci lasciano sempre spiazzati. Mi sono quindi chiesto:
    "Si, ok... ma alla fine, il puntino steso sul foglio stampato quanto è grande ?"
    Per rispondere a questa domanda ci viene in aiuto un articolo della Nikon school Italia. In questo articolo è presente un'interessante figura dove viene chiaramente indicato che una immagine stampata a 6 picolitri corrisponde a dei puntini di 45 micrometri, mentre una immagine stampata a 2 picolitri corrisponde ad avere dei puntini di 20 micrometri.

    Tralasciando il fatto che mi sia oscuro come abbiano potuto convertire un'unità di misura volumetrica in un'unità di misura lineare senza tenere anche conto dell'assorbenza della carta (lo ammetto, è un mio limite); non posso che fidarmi ciecamente delle informazioni trovate su una pagina ufficiale Nikon, sicuro che questi dati saranno frutto delle sperimentazioni effettuate nei reparti di ricerca e sviluppo di casa Nikon.

    Ma torniamo al dato interessante, che in fin dei conti è la risposta alla domanda di inizio post !
    "Quanto sono grandi due picolitri ?  Diciamo circa 20 microns."
    Wow, forte ! Un immagine stampata a 20 microns nelle alteluci ed a ... bho, molto di più nei mezzitoni e nelle ombre, visto che si parla di gocce variabili !

    Soffermiamoci un attimo su questo dato ... 20 microns, wow che dettaglio per una stampa inkjet ! Ma fate attenzione, come affermato dalla stessa Nikon, i 20 microns saranno utilizzati solo nelle alteluci della stampa, possiamo ipotizzare dallo 0% fino al 5% ? Ottimo, ora facciamo un confronto con la stampa offset tradizionale. Sapete quanto sono grandi i punti di retino a 150 lpi (60 linee al centimetro) ? No ? Tranquilli... ve lo dico io:



    Questi variano da 20 microns a 42 microns. Ah... non siamo molto lontani dai 2 picolitri allora !
    Bhè, no... e se volete dei puntini più fini nessuno vi impedisce di stampare a 175lpi (70 linee al centimetro) oppure di utilizzare un retino stocastico a 20 microns ! In questo caso tutta l'immagine dallo 0% al 100% sarà costruita con puntini da 20 microns, e non solo nelle alteluci come avviene nella stampa inkjet.

    Ah.. ci pensate voi ad avvisare gli stampatori inkjet che, da anni ormai, in offset si riesce a stampare tutto anche con retini da 10 microns ?

    Buona picostampa.

    Fonte:
    https://www.nikonschool.it/experience/stampa-epson-p600.php

    p.s. per chi si stesse chiedendo quanto è grande un micron, vi suggerisco la visione di questo post.

    1.4.16

    Video corso ISO 12647-2:2013 @ Salicetti.it







    Qualche giorno fa tradussi l'articolo di Andreas Kraushaar che spiega le novità della terza revisione della norma ISO 12647-2.

    Se siete pigri nella lettura è ora possibile, grazie a Denis Salicetti, guardare questo interessante video che spiega a viva voce le novità presenti nella revisione 2013 della norma.

    Cito dal suo blog:
    "Questo video corso di aggiornamento professionale, è stato realizzato per illustrare tutte le novità di carattere tecnico e come supporto pratico per lo stampatore. Un riferimento particolarmente utile per gestire correttamente la transizione dal vecchio al nuovo standard e per padroneggiare adeguatamente i documenti basati sui nuovi dati di caratterizzazione FOGRA 51 e FOGRA 52. [...] 
    Tutto il progetto editoriale e stato realizzato in collaborazione con il Prof. Adalberto Monti e pubblicato dalla rivista Italia Grafica, organo ufficiale di Assografici."
    Link ufficiale:
    http://www.salicetti.it/2016/03/video-corso-iso-12647-22013.html

    Buona visione.