In ogni progetto grafico garantire che il colore venga riprodotto fedelmente lungo tutta la filiera è da un lato un’impresa tecnica, dall’altro una specifica richiesta di ogni brand-owner. Nei contratti con le grandi firme queste possono richiedere espressamente che il colore del loro brand non subisca variazioni superiori a Delta E 1 (ossia molto vicino all’impercettibile dall’occhio umano), di conseguenza si rivolgono esclusivamente a collaboratori in grado di offrire questo tipo di garanzia.
Dal product manager al designer, al pre-media, al converter, allo stampatore per infine ritornare al controllo qualità del committente; ogni figura coinvolta nella filiera produttiva, per garantire la corrispondenza cromatica, deve essere in grado di poter valutare il colore utilizzando gli stessi strumenti e gli stessi parametri qualitativi.
Se io dico “Rosso” a che rosso mi sto riferendo ? A quello che vedo sul mio monitor ? A quello che vedo sul campione del progetto che dovrò sviluppare ? Oppure a quello che otterrò sul prodotto finito che verrà distribuito sul mercato ?
La chiave di tutto risiede nella standardizzazione. Senza standardizzazione non riusciamo a comunicare e garantire il colore di un prodotto dalla progettazione alla stampa. Grazie alla standardizzazione tutti parlano la stessa lingua e, quando si riferiscono ai parametri qualitativi da usare, tutti gli attori della filiera produttiva sanno a cosa si stanno riferendo.
Nel settore delle arti grafiche la certificazione ISO non è cogente ma volontaria. Ovviamente assoggettarsi alla standardizzazione comporta dell'impegno, degli investimenti, ma ... provate ad immaginare cosa succederebbe se vi venisse commissionato il progetto di un opuscolo dove il cliente ne definisse le misure in millimetri, il project-manager le convertisse in chilometri, il grafico usasse invece i pollici, il reparto prestampa i pica, lo stampatore le miglia marine ed infine il controllo qualità del cliente ... bhè verificasse il tutto in Parsec !
Ecco, in un simile scenario, non credete possa esserci la probabilità (quasi certa) che qualcuno applichi qualche arrotondamento ? ...e così facendo commetta qualche, anche seppur minimo, errore ?
Io credo proprio di si.Diversamente non sorgerebbero problemi se tutti gli attori della filiera produttiva scegliessero, di comune accordo, l'uso di uno standard optando per un quasi banale: "hey, ragazzi... cosa ne dite di usare tutti solo i centimetri ?". Nella gestione quotidiana di ogni progetto grafico, la problematica dell' "arrotondamento", si amplifica abbracciando tutto il documento, dai suoi contenuti, alla lingua utilizzata fino ad arrivare alla gestione cromatica dello stesso.
Unica ancora di salvezza è l'utilizzo degli standard. Risulta quindi di fondamentale importanza avere chiari alcuni concetti base. Per i temerari che abbiano la voglia e la pazienza di sviscerare questi argomenti, vi suggerisco alcune letture:
In breve:Il colore che vedo a monitor sarà lo stesso che otterrò sul prodotto stampato ? No, quella è solo una fra le molte interpretazioni dei valori numerici che rappresentano una tinta. (http://artigrafiche.maurolussignoli.it/2015/02/limmagine-che-vedete-monitor-non-esiste.html) Il mio committente mi chiede di riprodurre un colore, nel contratto di fornitura, che tolleranza dovrò indicare ? (http://artigrafiche.maurolussignoli.it/2016/03/qual-la-tolleranza-accettabile-di-ogni.html) Il mio progetto grafico andrà stampato con tecnologia Offset, come faccio ad impostare il giusto spazio colore ? (http://artigrafiche.maurolussignoli.it/2016/03/fogra-39-addio-sono-arrivati-fogra-51-e.html) Mi hanno dato delle foto da inserire nel progetto grafico, saranno adatte per la stampa Offset ? (http://artigrafiche.maurolussignoli.it/2015/09/un-immagine-grande-come-un-campo-da.html) Devo indicare dei colori speciali nel mio progetto grafico quali sono gli strumenti più idonei per definire le tinte ? (http://artigrafiche.maurolussignoli.it/2016/04/mazzetta-pantone-addio-e-arrivato-il-cxf.html) Ok, il mio progetto grafico è pronto, come faccio a mandarlo in stampa senza che parte del mio lavoro vada persa per strada ? (http://artigrafiche.maurolussignoli.it/2016/03/come-si-esporta-un-pdf-pronto-per-la.html)
- Le caratterizzazioni Fogra sono degli standard, sapere cosa sono e come si utilizzano vi garantisce che i colori da voi definiti, vengano correttamente riprodotti in stampa.
- Il formato PDF/X è uno standard, saperlo usare agevola sia il vostro lavoro che quello del reparto prestampa.
- Il CxF è uno standard, il suo uso semplifica la vita di chi dovrà riformulare le tinte in macchina da stampa.
- Ultimo punto, ma per questo non meno importante. Per far sì che tutto abbia un senso, la vostra macchina da stampa deve produrre colori nello standard. ISO 12647 e PSO (o PSD per la stampa digitale) sono le linee guida da seguire, a garanzia che i colori stampati rientrino nei parametri previsti dal contratto di fornitura.
Se il vostro stampatore di fiducia, durante la tiratura, non segue uno standard preventivamente concordato, chi vi garantirà la fedeltà cromatica ?
Se il controllo qualità del fornitore non verifica la resa cromatica seguendo gli standards accordati, chi vi garantirà che non avvengano mai contestazioni ?
Come recita il proverbio: "Patti chiari... collaborazione lunga."
Buona standardizzazione.
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