24.2.16

Di quanti campioni ho bisogno ? - (per caratterizzare la mia macchina da stampa)


In questo precedente post, abbiamo analizzato quanti campioni servono per stabilire il grado di qualità di una tiratura di stampa. Nel post viene spiegato come il numero di campioni da misurare, sia intrinsecamente legato al grado di precisione che si vuole ottenere, in relazione alle aspettative richieste dal committente. Risulta quindi plausibile, in talune circostanze, dover effettuare la misura di un elevato numero di campioni, per avere la certezza matematica che il resto della tiratura rientri nel target qualitativo prestabilito.

Ma ritornando alla domanda implicita nel titolo del post:
"Per creare la curva di compensazione (TVI) di una macchina da stampa, come dobbiamo comportarci ? È giustificato dover effettuare 300 misurazioni su altrettanti campioni stampati ?"
Potremmo rispondere Si e No.

Prima di sviscerare le motivazioni del Si e del No lasciatemi fare una considerazione.
Pensiamo a tutte le variabili coinvolte nel processo di stampa... e per tutte intendo dire proprio tutte... vi assicuro che sono parecchie; per puro spirito masochista ne elenco alcune:
  • pressioni
  • registro
  • apertura dei calamai
  • bilanciamento acqua/inchiostro
  • etc.
Ognuno di questi parametri va moltiplicato per il numero dei castelli della macchina da stampa. Quindi da un moltiplicazione minima di x 4 (per una stampa CMYK) a salire.
Durante la tiratura tutti questi parametri subiscono, sotto l'attento controllo del macchinista, una sorta di oscillazione, che va da un valore massimo ad un valore minimo, attorno ad un punto centrale. Il punto centrale fra gli estremi rappresenta l'Optimum, la massima qualità ottenibile da quel parametro in una specifica condizione di stampa. Come ben sappiamo l'oscillazione dal valore massimo a quello minimo e viceversa è dovuta alle variazioni fisico/chimiche intrinseche al processo di stampa. È compito del macchinista tenere tutte queste variabili sotto controllo per garantire la qualità di stampa desiderata.

Se rappresentassimo l'oscillazione di ogni variabile come un pendolo che fluttui costantemente lungo un asse, potremmo immaginare come Optimum il momento esatto in cui le oscillazioni di tutti i parametri implicati nel processo di stampa, transitino per il loro centro. E, visto il numero di parametri in gioco, non si tratta certo di cosa semplice da ottenere.

Se sono riuscito a farvi "vedere" la ricerca dell' Optimum con la metafora del pendolo applicata al processo di stampa, possiamo allora provare a riformulare il quesito iniziale: "Ha senso effettuare molte misure per capire il comportamento di una macchina da stampa, in una specifica condizione di stampa ?"

Scinderei due casi specifici.

Primo caso: Valutazione della condizione di stampa partendo da una tiratura già stampata.
La risposta è certamente Si. In questo caso, essendo i fogli già stampati, non conosciamo esattamente le condizioni di stampa che li hanno prodotti. Come nella verifica di ogni tiratura di stampa, dobbiamo affidarci totalmente alla statistica. Non potendo "scegliere" a priori i campioni più adatti alla misurazione e non potendo modificare i parametri che hanno prodotto la stampa; per poter ottenere dei dati attendibili, siamo obbligati ad effettuare una media sul più ampio numero di campioni disponibili.

Secondo caso: Valutazione della condizione di stampa, partecipando alla tiratura di prova.
La risposta è indubbiamente No. In questo caso, essendo vigili e presenti durante la stampa dei campioni di prova, ci troviamo nella condizione di poter "scegliere" il foglio stampato che meglio rappresenta la condizione ottimale dalla macchina da stampa, che meglio rappresenta l'Optimum. Essendo presenti durante la stampa dei campioni, possiamo decidere se e come modificare i parametri di stampa fino al raggiungimento del risultato voluto. Il foglio scelto come campione non sarà quindi una scelta passiva, ma una scelta attiva ed oculata, fatta consapevolmente col fine ultimo di rispecchiare un preciso momento del processo di stampa. In questo caso i campioni scelti rispecchiano l'agognato Optimum.

Questo non significa che non si debbano effettuare molte misurazioni. A differenza del primo, nel secondo caso si faranno molte misurazioni sul banco macchina in tempo reale, fino al momento in cui tutti i parametri di stampa non ci consentano di poter raccogliere i campioni desiderati.

A questo punto potremo procedere alla raccolta dei dati necessari alla creazione delle TVI.

Ovviamente nel secondo caso è l'esperienza del macchinista, e di chi lo affianca durante la tiratura, a fare la differenza fra un campione significativo ed una misura effettuata sul nulla.

Buona misurazione.

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