18.3.21

Il metro di giudizio dello stampato



Come giudichi un lavoro stampato?

Bhè... lo guardo, lo analizzo da molte angolazioni, sotto molti punti di vista, guardo i dettagli e le sfumature, la pienezza dei colori... utilizzando anche il lentino [che fa molto professionale] e poi... giudico se è "genericamente bello".

"Genericamente bello"??? ... un po' come dire "simpaticamente interessante"! Che metro di giudizio imparziale potrà mai essere? E soprattutto come può un cliente contestare un lavoro se non abbiamo congiuntamente prestabilito quali sono gli obiettivi comuni? Solamente in base al proprio "gusto estetico"?

Non scherziamo!

Nel mondo delle arti grafiche abbiamo norme che classificano con precisione maniacale cosa è qualitativamente accettabile e cosa non lo è. Basta conoscere il mestiere ed, alla sottoscrizione del contratto di fornitura, definire i paletti accettati dalle parti in comune accordo. Una volta stampato il lavoro, questo potrà essere misurato e valutato in base al metro di giudizio prescelto. In fase di analisi potrà quindi passare il controllo qualità oppure essere bocciato. Si tratta solo di applicare (con scrupolo) un metodo, e non di scegliere in base al "gusto soggettivo".


Butto lì un po' di norme a casaccio: ISO 12647, First, G7, PSD, PSO, linee guida TAGA, linee guida ATIF. 

Basta leggerle, c'è scritto tutto!


Buon approfondimento.

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