Bellissimo, anche se datato, video che ci spiega con estrema chiarezza cos'è la lineatura di stampa.
In terra d'Albione sono soliti dire:
"Old but gold!"
Buona visione.
Bellissimo, anche se datato, video che ci spiega con estrema chiarezza cos'è la lineatura di stampa.
In terra d'Albione sono soliti dire:
"Old but gold!"
Buona visione.
"Why most Brand Manuals fail when it comes to defining Brand Colors; And how to determine acceptable Color Deviations for specific Brand Colors."
In questo interessante scritto il prof. Michael Abildgaard Pedersen ci spiega quali errori commettono solitamente i brand owners nel comunicare alla filiera i loro colori aziendali.
"1.1.5 PROBLEM FIVE: CMYK? – Why specific CMYK-values? Another problem with defining a Brand Color with specific values for C, M, Y and K (like Figure 1; C0, M60, Y100, K0) is that this color only accidentally will be produced with those values – for many reasons. It is well known in the Graphic Arts Industry, that if you send the same set of CMYK-combination to different printers and printing presses they would all produce different colors (Sharma, 2004; Richard, et al., 2008). In a normal Color Managed workflow the Brand Color will be converted by using relevant ICCprofiles with different rendering intents, black generation and tone value increase correction curves. In some cases some sort of Ink Saving processing will also be applied. Thus the CMYK-values will be changed to match the current situation. So, why provide specific CMYK-values?"
In questo post:
http://artigrafiche.maurolussignoli.it/2021/03/il-catalogo-delle-mille-viti.html
Ci chiedevamo,
"Quanto dovranno pesare le immagini del nostro catalogo di viti?".
Ebbene, come spesso accade, la risposta alla domanda è insita nel quesito stesso.
Se analizzate bene gli interrogativi posti nella prima puntata di questa mini-saga, capirete facilmente come il peso delle immagini debba essere necessariamente legato al tipo di fruizione che faremo delle stesse.
Il corretto calcolo del peso delle immagini dipenderà quindi dai parametri che caratterizzano la loro fruizione. Suddividiamo i tipi di fruizione in stampa e visualizzazione.
Stampa
Come ben sappiamo nel processo di stampa sono la lineatura (espressa in linee per pollice LPI) e la risoluzione effettiva del dispositivo di stampa (espressa in punti per pollice DPI) a definire il dettaglio delle immagini stampate.
Il calcolo corretto per ottenere la risoluzione ottimale di fruizione di un'immagine, dipenderà quindi da questi parametri oltre che dal tipo stesso di immagine che andiamo a stampare; sia essa a tono continuo od al tratto.
Stampa a tono continuo.
Se l'immagine è a tono continuo questa verrà necessariamente retinata a scomposta nei canali di stampa (solitamente CMYK) alla lineatura di stampa prescelta (LPI), quindi il calcolo da utilizzare per ottenere la sua risoluzione di fruizione ottimale (PPI) sarà il seguente:
risoluzione di fruizione ottimale (PPI) = lineatura di stampa (LPI) x fattore di qualità
"Quindi lineatura e risoluzione di stampa non sono la stessa cosa?"
risoluzione di fruizione ottimale (PPI) = risoluzione dispositivo (DPI) / fattore di qualità
"Quindi in questo caso devo chiedere la risoluzione e non la lineatura di stampa?"
Visualizzazione
Come ben sappiamo nel processo di visualizzazione di un'immagine è la risoluzione dello schermo (PPI) a definire il dettaglio delle immagini visualizzate, al netto del fattore di ingrandimento.
Il calcolo corretto per ottenere la risoluzione ottimale di fruizione di un'mmagine, dipenderà quindi dalla sola densità dei pixel del dispositivo di visualizzazione (PPI).
In questo caso non serve distinguere immagini a tono continuo da immagini al tratto in quando il rapporto pixel dell'immagine e pixel dello schermo è 1:1, a prescindere dalla profondità di colore utilizzata, quindi il calcolo da utilizzare per ottenere la risoluzione di fruizione ottimale (PPI) di un'immagine sarà molto semplicemente il seguente:
risoluzione di fruizione ottimale (PPI) = risoluzione dello schermo (PPI)
Sui due computer la stessa immagine viene visualizzata al 100% di ingrandimento. Benché gli schermi siano fisicamente molto simili fra loro, vedete come sullo schermo con risoluzione inferiore (a sinistra) l'immagine risulti sensibilmente più grande rispetto allo schermo con risoluzione superiore (a destra). I pixel che formano l'immagine sono gli stessi, ma la risoluzione dello schermo cambia. A parità di pixel immagine avremo:Risoluzione dello schermo più alta = maggiore densità dei pixel sullo schermo = immagini più piccole.
Tranquilli,continuate pure ad inviare in stampa o sul web le vostre immagini con pesi in Megabytes inopportunamente spropositati, nella vana e profonda convinzione che così facendo stiate solo puntando alla "massima qualità" ottenibile. Continuate pure dicevo, ma siate consapevoli che chi prenderà in carico le vostre immagini ed i vostri elaborati grafici, applicherà sempre, volente o nolente, un'ineludibile ricampionamento, pena l'impossibilità di fruizione degli stessi.Chiarito il concetto che le vostre immagini verranno sempre ricampionate da chicchessia, sia esso un operatore prestampa, un rip di stampa od un automatismo di upload; invece di inviare in lavorazione quintalate di superflui Petabytes, non ritenete più corretto e professionale essere invece pienamente coscienti del proprio preparato grafico ed approntarlo accuratamente / minuziosamente per non incorrere in successivi inattesi risultati?
Bhè... lo guardo, lo analizzo da molte angolazioni, sotto molti punti di vista, guardo i dettagli e le sfumature, la pienezza dei colori... utilizzando anche il lentino [che fa molto professionale] e poi... giudico se è "genericamente bello".
È quella figura in prestampa che ne sa di gestione e misurazione del colore.
Essere a tutt’oggi quasi del tutto introvabile ancorché mitico e raro, si cela nelle pieghe del reparto grafico ma non sfugge ad un’attenta analisi del suo lemma che racchiude parole ancestrali di un lessico antico quali: curve, ICC, Gamut, LAB et similia.
Il suo potere di trasmutazione del colore e di omologazione di fruizione multimediale, oggigiorno molto ricercato dai brand internazionali, deriva non si sa bene se da approfonditi studi tramandatisi nei secoli di padre in figlio oppure se da arcane pratiche mistiche.
Il suo intendere spazia dalla cibernetica alle scienze grafiche fino ad addentrarsi nella profonda intimità del retino di stampa. La sua schietta familiarità con altri esseri mitologici quali “Il punto minimo stampabile” ci lascia del tutto esterrefatti.
Ordunque cari incauti turisti del mondo delle Arti Grafiche, fate molta attenzione se nel vostro girovagare incontraste un Cromista, sicché al pari del Linotipista fù in grado di suscitare avveduti timori in noti maestri d’arte quali Lucio Dalla.
Un ringraziamento a Carlo Cavicchio per il suo post su LinkedIn:
https://www.linkedin.com/posts/carlo-cavicchio-097894120_postproduzione-fotolito-cromista-activity-6777348114853453824-8uVH
Il prossimo che mi parla di risoluzione (DPI e PPI) senza sapere cos'è la lineatura di stampa (LPI) e la risoluzione nativa di un monitor, lo rimando alle scuole grafiche.
Un ringraziamento per le foto tratte dai preziosi volumi della Scuola grafica San Zeno.
Buon ricampionamento delle immagini.