« DAL CT/LW al PDF digital Master
Circa 20 anni fa, Scitex aiutò il PostScript ad imporsi come standard per la stampa high-end a colori, introducendo un RIP che convertiva le pagine PostScript in formato CT/LW.
Stazioni con funzioni di editing dedicate guidarono il mercato per anni, fino a quando i sistemi desktop crebbero in termini di potenza e funzionalità, al punto da eguagliare e poi rimpiazzare quei sistemi.
La flessibilità del PostScript fu sempre il suo tallone d'Achille: poteva anche impiegare ore per il rippaggio di pagine complesse. Nel 1991, John Warnock, il futuro-CEO di Adobe Systems e co-inventore del PostScript, scrisse un breve articolo relativo a questo problema, e propose una soluzione che chiamò "Interchange PostScript". Da quel seme nacque il Portable Document Format (PDF), ad oggi utilizzato per la produzione, l'invio e la lettura di milioni di pagine ogni giorno.
Dieci anni fa, Agfa e Creo introdussero i flussi di lavoro Agfa Apogee e Creo Prinergy, entrambi i sistemi usavano il PDF come formato nativo. Questi sistemi portarono gli utenti a porsi un interrogativo a quei tempi decisivo: Il formato PDF poteva essere considerato un formato press-ready? e quale sarebbe stato il futuro del CT/LW?
CT/LW contro PDF
Il formato CT/LW (Contone/Linework) fu la tecnologia di riferimento per la stampa a colri high-end per tutti gli anni '90. Esso includeva al suo interno due immagini a risoluzione differente: risoluzione media per le immagini ed alta risoluzione per la grafica ed i testi.
Entrambi i formati CT/LW e PDF gestiscono le immagini catturate - ad esempio da macchine fotografiche digitali - in tono continuo (contone). Differiscono nel modo in cui memorizzano elementi vettoriali ed il testo. il PDF memorizza gli elementi grafici in un modo molto simile ad Adobe Illustrator-usando delle funzioni ed istruzioni che descrivono come disegnare e riempire gli oggetti.
Nel formato CT/LW questi elementi venivano RIPpati in un alta risoluzione raster.
I vantaggi del formato PDF includono:
1. Peso del file. Oggetti vettoriali sono generalmente più leggeri dell'equivalente dato raster.
2. Indipendente dalla risoluzione. Oggetti vettoriali possono essere rasterizzati a risoluzioni differenti a seconda del dispositivo di uscita. I file LW dovevano essere "adattati" alle diverse risoluzioni, i testi ad esempio potevano sembrare "soft" a 300dpi ma "scalettati" a 2400dpi.
3. Compatibilità. Files di piccole dimensioni possono essere letti agevolmente da un reader gratuito, con il vantaggio che il PDF può essere inviato facilmente ai clienti per la sua verifica ed approvazione.
4. Editabilità. I files PDF permettono un cambio di testo od una correzzione all'ultimo minuto.
5. Trasparenze. Il PDF può gestire tutti i modelli di trasperenze Adobe. IL CT/LW deve essere necessariamente appiattito su di un unico livello.
Nelle prime fasi di implementazione del PDF, la sua flessibilità poteva portare ad incongruenze fra la visualizzazione a monitor e la successiva rasterizzazione del documento. Ci volle qualche anno per eliminare questo tipo di bugs, ma lo sviluppo raggiunto oggi ci assicura un livello di errorre addirittura inferiore al processo di rasterizzazione necessario alla generazione del vecchio CT/LW.
Adobe sta continuamente investendo in ricerca e sviluppo per assicurare una corretta interpretazione delle trasparenze in tutto il cliclo produttivo, senza dover ricorrere all'appiattimento del lavoro.
L'evoluzione del PDF/X
Siccome il PDF si stava imponendo come lo standard di fatto nel mondo delle arti grafiche, il CGATS (Committee for Graphic Arts Technical Standards) decise di definire una classe di PDF che garantisse la massima portabilià/riproducibilità nell'interscambio di documenti PDF creati per la stampa.
Nacque così il PDF/X (la X sta per Exchange), questo formato riduce molte delle possibili variazioni del PDF e rimouve tutti i media non compatibili con il processo di stampa (ad es. suoni e video). La prima versione del PDF/X, chiamata PDF/X-1, fu prodotta su di un sistema Scitex Brisque ed esposta su di un CTP Creo per la Time Inc. Ad oggi i maggiori stampatori mondiali producono ed usano tutti i giorni files PDF/X-1 pronti per la stampa.
Questo formato era stato ideato, e funziona egregiamente, per la stampa commerciale, ma la crescente richiesta di uno standard che integrasse la gestione del colore portò allo sviluppo del PDF/X-3.
A differenza del PDF/X-1, nel PDF/x-3 le immagini e gli elementi grafici non devono essere stati necessariamente convertiti in quadricromia (CMYK), ma possono consistere in ogni spazio colore, allorquando siano accompagnati da un profilo ICC di riferimento integrato, e siano altresì sati dichiarati gli intenti di stampa.
Il PDF/X-3 è stato studiato per flussi di lavoro comprendenti la gestione-colore. Studi recenti sul PDF/X sono focalizzati al supporto nativo per gli oggetti trasparenti, la nuova versione sarà chiamata PDF/X-4.
Gestione delle trasparenze 2000 - 2008
Negli ulti sei anni, gli stampatori commerciali e di cartotecnica hanno dovuto combattere per processare files contenenti trasparenze. Il largo impiego della trasparenza da parte dei grafici avvenne nel 2000 con il rilascio di Adobe Illustrator 9, che rendeva semplice l'uso di questo effetto sulle parti vettoriali del lavoro, rendendo così possibile la creazione di effetti traslucenti, stile vetro, ombreggiature e maschere di ogni tipo. I designer abbracciarono subito questa tecnologia dai molteplici aspetti creativi, lasciando il problema della riproduzione stampata alla prestampa. Date le limitazioni dell'interprete PostScript, per RIPpare questi files, gli stampatori erano obbligati ad appiattire tutte le trasparenze su un unico livello. I files appiattiti spesso non risultavano identici al risultato visto a monitor, essendo nel contempo molto più complessi e non editabili rispetto agli originali con le trasparenze. In caso di errore si era obbligati a correggere il file in originale, portando così significativi ritardi nella produzione del lavoro.
Gestione delle trasparenze dal 2007
Nel 2007 Kodak presentò la versione 4 dei propri flussi di lavoro Prinergy Connect e Prinergy Evo. Questo aggiornamento permetteva agli stampatori di poter processare in maniera semplice files contenenti trasparenze, senza avere l'obbligo di appiattire tutto su di un unico livello; ottenendo così risultati predicibili e ad alta qualità.
Prinergy versione 4 introdusse l' Adobe PDF Print Engine, che permetteva il supporto nativo delle trasparenze. Le pagine raffinate dal flusso di lavoro potevano mantenere al loro interno gli oggetti trasparenti, garantendo così un minor numero di errori ed una qualità di uscita migliore.
Il supporto nativo delle trasparenze attraverso tutto il flussi di lavoro portò ai seguenti benefici:
1. Eliminazione dell'appiattimento. Garantendo una maggiore eguaglianza fra il file di ingresso e le pagine processato, e preservando l'editabilità del PDF digital master.
2. Trapping più semplice, veloce e più accurato.
3. Eliminazioni degli errori, data dalla garanzia di usare il motore Adobe PDF Print Engine.
Il motore Adobe PDF Print Engine (APPE)
Finalmente questo nuovo motore di rasterizzazione (RIP) rilasciato da Adobe, è stato studiato per processare in maniera nativa i documenti PDF. Non è più necessario passare per il formato PostSript, questo assicura una piena compatibilità fra il design creato nei programmi di grafica, comprensivi di trasparenze, e la riproduzione necessaria alla stampa del lavoro. Essendo un motore nativo, processa in maniera più veloce, rispetto al CPSI, qei documenti che contengono trasparenze. L'Adobe PDF Print Engine non è il sostituto del motore PostScript (CPSI), in quanto questo è ancora disponibile per ri-processare quei lavori già stampati in passato, ed avere così una piena garanzia sulla ripetibilità del lavoro.
Conclusioni
Così come gli strumenti ed i programmi di design, anche il formato dei files per la produzione si è considerevolmente evoluto dall'introduzione del CT/LW.
Con l'introduzione di Prinergy 4 a dell'uso dell'APPE, ora è possibile utilizzare semplicemente tutti questi nuovi tipi di files. La capacità di gestire in maniera nativa le trasparenze è un passo avanti per il mercato della stampa, l'eliminazione dell'appiattimento su di un unico livello da quella flessibilità necessaria per poter applicare le modifiche in qualsiasi fase del processo produttivo. senza dover necessariamente ritornare all'applicazione grafica di origine. Tutto ciò riduce considerevolmente errori e tempi di attesa, permette la stampa di lavori più articolati, e migliora il servizio al cliente.
Com'era la vita delgi stampatori prima del supporto nativo alle trasparenze ?»
Buon uso delle nuove tecnologie.
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