Finché tutti gli attori della filiera del colore non capiranno termini come “condizione di stampa”, “metamerismo”, “CxF”, “riproducibilità” e “tolleranze”… finché tutti gli stampatori non capiranno che il colore non si giudica “ad okkio” confrontando fra loro due pezzettini di carta, ma va invece accuratamente misurato usando parametri e tolleranze prestabilite, beh… fino a quel giorno continueremo ad assistere ad assurde “interpretazioni artistiche” sul banco macchina.
Pantone stessa oggi ribadisce che il vero colore di riferimento è solo quello digitale. Anche se vi ricordate? Ne avevamo già parlato qualche annetto fa... (http://artigrafiche.maurolussignoli.it/2011/11/la-mazzetta-pantone-non-e-piu-il.html)
La differenza fra il dato digitale e quello stampato può avere un ∆E₀₀ 2.
Ne consegue quindi che la differenza fra due campioni stampati (due mazzette diverse) può essere di ∆E₀₀ 4.
La ricetta colore suggerita sulle mazzette è puramente indicativa, "[...] gli stampatori possono usare le loro ricette colore per ottenere tolleranze più piccole per un dato standard [...]". Possiamo quindi dire che... è il risultato stampato e misurato che conta, e non il seguire alla lettera la ricetta colore indicata sulla mazzetta.
1 commento:
https://www.pantone.com/articles/faq/color-alignment-faq
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