1.2.07

La stampa e l'opera d'arte



Nel mio vivere a contatto con i protagonisti del mondo delle arti grafiche, ne ho viste parecchie.
In effetti ero combattuto se iniziare o no questo post, con la fatidica frase: “ho visto cose che vuoi umani non potete neanche immaginare…” [cit.: Blade Runner].
Le citazioni-citabili legate al mondo delle arti grafiche sono innumerevoli, e variegate.
Si va dalla cocente scoperta che, spesso, dietro a molti lavori si nasconde solo una desolante routine quotidiana, accompagnata da una superficialissima “fretta di finire” … all’assoluta ammirazione suscitata dalla visione di alcune opere che poco hanno di razionalmente riconoscibile come semplici “copie stampate”; si sto parlando di stampe tipografiche/litografiche/offset, talvolta sono talmente belle che rasentano l’opera d’arte; anzi sono vere e proprie opere d’arte, sono il frutto derivante dalla sommatoria del migliore artigianato, applicato alle varie fasi della lavorazione. (composizione, prestampa, stampa, finitura…). Difficilmente si puo’ pretendere di ottenere sempre il massimo da tutte queste fasi, e si sa… l’opera d’arte… richiede sempre di essere l’espressione massima delle capacita’ artistiche di ognuno.
Ve lo immaginate il Davide di Michelangelo, con una mano erroneamente piu’ grande dell’altra?
Non sarebbe piu’ perfetto, perderebbe la sua caratteristica di opera d’arte, il suo animo artistico.

A differenza di altre altri, nelle quali il singolo artista e’ ideatore, creatore e responsabile della qualita’ dell’opera realizzata, nella stampa, si puo’ ottenere l’ottimo risultato, solo con l’applicazione massima e metodica di tutti gli “artisti” che hanno contribuito alla creazione di quello specifico prodotto. Insomma e’ il giuoco di squadra che vince; il merito della buona riuscita, il miracolo dell’opera d’arte, e’ merito di tutti e non del singolo artista.
Per riagganciarci all’esempio scultoreo, e’ come se Michelangelo avesse commissionato i diversi pezzi del Davide (mani, piedi, gambe etc.) a diversi suoi aiutanti, limitandosi poi all'assemblaggio dell’opera. In questo caso un eventuale difetto, sarebbero attribuibile a Michelangelo, a tutti… o solo al singolo aiutante ?
Poco importa, perche’ sicuramente l’opera avrebbe perso nel suo insieme, quella qualita’ che avrebbe avuto altrimenti.
E poi… in che modo ci si scuserebbe coi posteri? Pensate ad un cicerone che, illustrando la suddetta statua ad un gruppo di ascoltatori, dicesse… “E qui alla vostra sinistra, il Davide! Opera del magnifico Michelangelo… con il suo tipico difetto alla mano destra; dovuto al fatto che l’aiutande del maestro, nel lavoro dedicato a questo pezzo dell’opera… aveva i m…i girati! Quindi non gli riusci’ come conveniva al resto dell’opera.” :-)
Poco convincente non credete?

Purtroppo la stampa offset, per sua natura, e’ soggetta alla dedizione massima di un gruppo di persone. Dedizione che se presente e tenace, si rispecchia nel risultato artistico qui menzionato! Quel risultato artistico che e’ messaggero delle capacita’ del singolo, e del suo desiderio di interazione/aggregazione coi suoi simili.

Quindi viva la stampa offset… viva le capacita’ artistiche di ognuno… che individualmente portano a poco, ma unite alle capacita’ di altri portano all’opera d’arte, al sovrumano!

[ML]

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ottima analisi, complimenti. Mi pare di sentire una leggera vena sarcastica sul comportamento dei nostri esimi dirigenti che invece cercano di dividerci il più possibile credendo di ottenere il massimo (vero se guardato con un ottica a breve termine, miope) senza darci modo di confronto costruttivo e di crescita.
6 una continua sorpresa.