In questo post , John Seymour vuole guidarci alla comprensione basilare delle specifiche ISO legate al mondo delle arti grafiche.
Vi propongo la mia libera interpretazione in Italiano...
Nelle forbite discussioni fra specialisti della stampa, a richiamo di una "reale standardizzazione", sentiamo spesso far riferimento a numeri quali 12647-2, 12647-6, 13655 etc.
Questa breve descrizione delle norme non vi eleverà a livello di guru della stampa, ma potrebbe esservi d'aiuto per garantire la vostra sopravvivenza ad un ipotetico incontro di settore.
Lo standard di base
Un solo standard è la madre di tutti gli standard per la misurazione del colore nel mondo delle arti grafiche: l' ISO 12647. Questo standard definisce come dovrebbe essere fatta una buona stampa. In termini di misurazione del colore, nello standard vengono definiti due fattori fondamentali:
1 - vengono definiti i valori di riferimento per: il colore della carta, i colori pieni (C, M, Y e K) e le relative sovrastampe. Tutti i valori vengono espressi in valori CIELAB. Le tolleranze rispetto a questi valori vengono date in termini di ΔE (delta E).
2 - vengono definiti i valori di dot-gain per i valori retinati (chiamati anche TVI, valori di incremento tonale). Ovviamente anche qui esistono delle tolleranze.
Esistono diverse parti in questo standard per descrivere le diverse tipologie di stampa, nello specifico abbiamo la stampa web/offset (parte 2), quotidiani (parte 3), gravure (parte 4), litografica (parte 5), flessografica (parte 6) e stampa di prova colore (parte 7). Da qui le varie diciture: 12647-2, 12647-3, ... , 12647-6 etc.
A supporto dello standard vengono richiamati numerosi altri standard, ai quali tutte le componenti del processo devono riferirsi. Per definire una stampa conforme alla 12647, tutti i tasselli del processo di stampa devono rientrare nelle specifiche delle corrispettive norme di riferimento. Queste vanno dalla definizione degli inchiostri, al tipo di illuminante usato per la valutazione dello stampato, alla definizione della misurazione del colore.
Definizione degli inchiostri
Per stampare a norma 12647, si devono usare inchiostri che soddisfino le specifiche indicate nella norma ISO 2846. Questo standard descrive i colori desiderati (con valori CIELAB) per ogni inchiostro di processo. Così come la 12647 questa norma è suddivisa in parti per ogni tipologia di stampa.
Tipo di illuminante
I colori che vedete quando osservate una stampa dipendono dal tipo di luce incidente sulla stessa. Ad esempio una prova colore ed un foglio stampato possono sembrare uguali se osservati alla luce del sole, ma diversi se osservati al chiuso, alla luce di una lampada fluorescente. Quindi per definire la metodologia per stabilire se prova colore e stampa siano uguali, si deve standardizzare il tipo di illuminante utilizzato sul banco macchina, ed analizzare i campioni esclusivamente sotto l'illuminante prestabilito. La norma ISO 3664 definisce questa metodologia.
Misurazione del colore
Ci sono due standard relativi alla misurazione del colore. Il primo standard storico è l' ISO 5 (da notare come il numero basso indichi la longevità di questa ISO !). Questa norma definisce come un densitometro misura l'inchiostro sulla carta stampata. Anni fa, quando il colore della stampa veniva definito solo in termini di densità, lo standard ISO 5 era un documento fondamentale. La misura delle densità è un'operazione di semplice comprensione ma, sfortunatamente, non esaustiva nello descrivere il reale colore di un inchiostro stampato.
Proprio per questo motivo la madre degli standard, la ISO 12647, esprime i colori desiderati in termini di valori CIELAB e non solo in valori di densità. Questo non significa che la densità non sia importante. In effetti la stessa 12647 raccomanda (ma non obbliga) che lo stampatore stabilisca degli standard di densità da utilizzare per ogni combinazione di inchiostri e supporto stampato. Una volta definite queste impostazioni, saranno utilissime durante il controllo di processo della tiratura in macchina da stampa. Le sole densità non potranno essere utilizzate per dimostrare se si stia stampando a norma ISO, ma sono comunque misure utili per tenere sotto controllo la linearità della tiratura.
Inoltre c'è la ISO 13655, che definisce come deve funzionare uno strumento di misura del colore, e come elaborare i dati numerici da esso ottenuti. [...] Esistono 72 diversi modi di ottenere un valore CIELAB partendo ad una curva spettrale. La ISO 13655 definisce in maniera univoca quale metodo utilizzare nel mondo delle arti grafiche.
Il problema degli sbiancanti ottici
La commissione tecnica incaricata di scrivere gli standard della stampa (ISO Technical Committee 130) e' stata recentemente alle prese con il problema della valutazione dello stampato in presenza di sbiancanti ottici. Questi, per maggiore precisione, sono chiamati agenti sbiancanti fluorescenti, ma l'acronimo OBA sembra ormai essersi affermato. L'utilizzo di questi sbiancanti ottici nella produzione della carta è in costante aumento, al punto che oggi sembra difficile trovare carte in cui non siano presenti. Questo risulta essere un vantaggio per i produttori di carta, in quanto consente di ottenere carte bianche a basso prezzo, è un male per gli stampatori, in quanto la presenza di OBA falsa la valutazione dei colori stampati. Con l'utilizzo di OBA, la luminosità della carta dipende dalla quantità di luce ultravioletta incidente. Maggiore sarà la componente UV della luce incidente, più azzurrata sembrerà la carta. Maggiore sarà la componente UV della luce emessa dallo spettrofotometro e più blu sarà la lettura del colore misurato.
Questo significa anche che se il contenuto di OBA nella carta usata in stampa è diverso da quello presente nella carta usata per la prova colore, queste potranno differire in alcune condizioni di visualizzazione/misurazione e non in altre.
Cambiamenti recenti nelle norme del tipo di illuminante (3664), negli standard spettrofotometrici (13655) e nelle condizioni di stampa (12647) hanno risolto il problema. Se per risolvere il problema del tipo di illuminante sui banchi macchina è bastato sostituire le lampade, con lampade confacenti le nuove specifiche, non è stato così facile correggere il tiro negli spettrofotometri. La nuova versione 13655 (dal 2009) definisce diverse "condizioni di misurazione", le più rilevanti sono la M0 e la M1. la condizione M0 rispecchia praticamente la condizione base di tutti gli spettrofotometri esistenti sul mercato. La condizione di misura M1 rappresenta invece un illuminante dello spettrofotometro avente una specifica quantità di luce UV. La norma 12647 è stata modificata indicando come preferita la "condizione di misurazione" M1, anche se la M0 è ancora permessa. Convertire uno spettrofotometro da M0 a M1 è praticamente più dispendioso che non comprarne uno nuovo, quindi la transizione da misurazioni M0 a misurazioni M1 sarà un passaggio lento e graduale che seguirà la naturale sostituzione degli strumenti di misura oggi presenti sul mercato.
In pratica
La standardizzazione della stampa definita nella norma ISO 12647, con la sua definizione dei colori pieni, delle sovrastampe e degli ingrossamenti tonali, rappresenta un ottimo controllo di processo. Rappresenta anche un ottimo punto di partenza per essere sicuri che il risultato stampato sia confacente a quanto atteso.
Oggi molti stampatori non si fermano alla sole misurazioni indicate dalla norma, ma fanno un ulteriore passo avanti, applicando profilature ICC al fine di ottenere i giusti valori CIELAB in tutte le combinazioni di colori. Finchè i valori definiti nel profilo ICC utilizzato come riferimento, rispecchiano i parametri della norma, questo non rappresenta un problema. Profili ICC generici sono disponibili da molti istituti di ricerca (vedi Idealliance, Fogra o IFRA), ma sfortunatamente non esiste un univoco profilo ICC a norma ISO. Nessuno di questi profili può definirsi "internazionale". [...]
Le norme sono continuamente sotto revisione al fine di migliorarle e correggere eventuali punti deboli delle stesse.
In breveA completamento di quando detto sopra, aggiungo che: nel corso degli anni l'intento della norma è andato modificandosi da una definizione di controllo di processo ad una specifica per l'interscambio di informazioni, lungo la filiera produttiva, al fine di ottenere un definito prodotto stampato. Ad oggi quindi la norma non riporta più solo uno sterile elenco di valori da ottenere (siano essi densità o valori L*a*b*), ma punta a definire le metodologie d'interscambio dati fra committente e stampatore (schematizzandole in 7 specifiche condizioni di stampa), al fine di ottenere il prodotto stampato definito fra le parti.
Ci sono molti standard chiave nelle arti grafiche, relativi alla misurazione del colore ed al controllo di processo. ISO 12647 è lo standard madre, in quando stabilisce tutti i dettagli di un prodotto stampato. Stampare a norma ISO 12647 significa rispettare quanto stabilito nello standard madre ed in tutti gli standard da esso richiamati a riferimento.
Link ufficiale:
http://johnthemathguy.blogspot.it/2012/09/laymans-guide-to-iso-print-standards.html
Buona lettura.
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